L’Italia, insieme ad altri 9 dei 27 Paesi dell’Ue, non ha firmato la dichiarazione per la promozione delle politiche europee a favore delle comunità Lgbtq+. La dichiarazione, presentata dalla presidenza di turno belga, era stata preparata in occasione della Giornata mondiale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia. Gli Stati firmatari “si impegnano in particolare ad attuare strategie nazionali per le persone Lgbtiq+ e a sostenere la nomina di un nuovo commissario per l’uguaglianza” quando sarà formata la prossima Commissione. Si chiede inoltre alla Commissione di “perseguire e attuare una nuova strategia per migliorare i diritti delle persone Lgbtiq durante la prossima legislatura, stanziando risorse sufficienti e collaborando con la società civile”. L’Italia non ha aderito “insieme a un terzo degli Stati membri” alla dichiarazione perché “era in realtà sbilanciata sull’identità di genere, quindi fondamentalmente il contenuto della legge Zan“, ha spiegato il ministero della Famiglia. (Continua a leggere dopo la foto)
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Lo stesso ministero ha poi precisato che il governo ha scelto di non firmare perché è stata “una decisione presa giorni fa”, sottolineando che in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia sono stati prodotti diversi documenti e l’Italia ha aderito alla dichiarazione contro omofobia, transfobia e bifobia “perché era relativo alla non discriminazione rispetto all’orientamento sessuale“. A non siglare il testo, oltre all’Italia, sono stati Ungheria, Romania, Bulgaria, Croazia, Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. I Paesi firmatari della dichiarazione Ue sui diritti Lgbtq+ sono dunque Belgio, Polonia, Danimarca, Cipro, Irlanda, Grecia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Malta, Estonia, Austria, Finlandia, Germania, Portogallo, Slovenia, Francia, Svezia, Spagna. (Continua a leggere dopo la foto)
“Ancora una volta la sinistra non ha il coraggio delle proprie posizioni e preferisce nascondersi dietro le solite bugie“, ha commentato la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella. Il governo “è in prima linea contro ogni discriminazione mentre la sinistra usa la lotta contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale per nascondere il suo vero obiettivo, il gender. Il nostro esecutivo ha firmato la dichiarazione europea contro omofobia, bifobia e transfobia. Non abbiamo invece firmato e non firmeremo nulla che riguardi la negazione dell’identità maschile e femminile, che tante ingiustizie ha già prodotto nel mondo in particolare ai danni delle donne”. Dal canto suo, la segretaria del Pd Elly Schlein ha detto: “Che rabbia e che vergogna questo governo che decide di non firmare una dichiarazione per le politiche europee a favore delle persone Lgbtq+. Non è accettabile”.
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