x

x

Vai al contenuto

Repubblica difende Meloni. La giornalista icona della sinistra a sorpresa: “Perché va protetta”

Pubblicato il 01/12/2022 14:12 - Aggiornato il 01/12/2022 14:18

“Perché ci tocca proteggere Giorgia Meloni”. Questo il titolo dell’ultimo articolo pubblicato sul Venerdì di Repubblica dalla giornalista Natalia Aspesi, storica firma della testata, che ha voluto dire la sua sulle polemiche che hanno interessato la premier fin dal suo insediamento a Palazzo Chigi. Spiegando: “La Giorgia de noantri ha presentato la Manovra, l’ex Finanziaria di altri tempi. Ma sempre grami per carità. Tira da una parte e si scopre l’altra, metti una pezza e si apre una voragine. La Giorgia ne esce inevitabilmente provata. Ora la mia non vorrebbe essere una difesa, rimane sempre un’avversaria politica, ma è l’unica premier che abbiamo a disposizione, volenti o dolenti la dovemmo tutti coccolare, farla stare il meglio possibile, con scioltezza. Inoltre è una donna con tutte le forze che il genere le assicura: ma anche con la fragilità che lo stesso genere le impone come contrappasso”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Hai voglia di dire è forte, è decisa, è una guerriera, ha le palle (?) – paragone volgare e irriverente che non ammetto – ha aggiunto Aspesi – Inoltre credo che come donna non apprezzi i toni di voce alti, la rissa le impone fastidi notevoli, le sue emozioni ricevono scosse che non si placano immediatamente. Se non se l’è sentita di affrontare subito il diluvio che attendeva, non poteva rimandare a qualche ora successiva l’incontro? A nervi sopiti, con la scioltezza che ha mostrato tante volte, non ultima nel G20 dove non le dava alcuno la caccia ma tutti volevano semplicemente conoscerla, avrebbe potuto fare la sua bella figura e rendere appagati anche i cacciatori nostrani”. (Continua a leggere dopo la foto)


Da qui l’invito della giornalista non solo ad accettare Giorgia Meloni, ma anche “a proteggerla. Perché per noi ma anche per lei, il pericolo viene da chi lei stessa si è scelta, personaggi che non si sa dove si erano nascosti finora, e che adesso, nella loro impreparazione, possono vendicarsi del mondo che non capiscono, talebani che sino ad adesso erano stati relegati nel nulla”. (Continua a leggere dopo la foto)

D’altronde, scrive Aspesi, “non credo che i suoi sodali l’aiuteranno, a loro del Paese e pure di lei non importa nulla: quello che conta è affidare ai loro protetti, e a vanvera, posti di prestigio e potere: come la presidenza del Maxxi, il Museo delle Arti del XXI Secolo di Roma, a un notista politico (non artistico) del quotidiano Libero, di cui non ricordo il nome. Forse la Meloni, con tutto quel consenso, credeva che sarebbe stato facile, invece da già segni di stanchezza, di nervosismo. Ed è in queste situazioni quando uno si sente accerchiato e oltraggiato, che nascono le dittature”.

Ti potrebbe interessare anche: “Ma come…” Cassese difende il governo sui migranti e in studio cala il silenzio. Parenzo e De Gregori gelati (il VIDEO)