Il Pd festeggia. E noi siamo felici per loro, ci mancherebbe. Festeggiano per l’esito delle primarie (un pugno di persone) e per aver ottenuto la candidatura di Gualtieri a Roma, dove lasceranno il campo a una sfida tra gli amici-nemici del M5S e il centrodestra compatto. Ma anche su queste primarie, come sempre, ora cala l’ombra dei brogli e dei dati taroccati. Ma se prima erano quelli dall’esterno e farlo presente, ora ci pensano direttamente dall’interno. Il Pd è fatto così. Dunque. Gualtieri ha facilmente trionfato nel confronto, ma ci sono alcune ombre sul risultato e sul conteggio dei voti. Chi è che lancia l’accusa? Proprio l’ex sindaco della Capitale, Ignazio Marino. (Continua a leggere dopo la foto)
Marino ha infatti segnalato evidenti incongruenze in un messaggio su Twitter: “Primarie a Roma, risultati online danno Gualtieri e Caudo testa a testa; quelli cartacei danno risultati diversi. Per le schede chi parla di 30.000 e chi di 48.000 votanti. Perché non rifare lo spoglio con i candidati presenti così si potrà confermare trasparenza del voto?”. E insomma, è una bella questione effettivamente. Una questione che svela per l’ennesima volta tutta la fuffa di cui è fatto il Pd. (Continua a leggere dopo la foto)
In tutto questo, il povero Letta non sa più dove mettere le mani, accumulando un flop dietro l’altro. Dal candidato Pd che dà forfait in Calabria al dirigente locale “epurato”, perché ha osato criticare il maître à penser del partito. Fino all’imbarazzo delle primarie a Torino latitate dagli iscritti. Il cambio di rotta impresso da Letta non convince la base. Ma – come analizza Il Giornale – chi non si allinea paga. (Continua a leggere dopo la foto)
Lo sa bene Enrico Sabri, segretario Pd del XIV Municipio di Roma, sospeso per 30 giorni dal partito. “A irritare la commissione di garanzia romana dei dem è un post al vetriolo in cui Sabri, scrive: ‘Goffredo Bettini, mi hai rotto il cazzo'”. Amen.
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