Quello che sta accadendo nel Regno Unito sta facendo drizzare le antenne anche ai milioni di italiani che si sono corsi a vaccinare e che hanno già ricevuto la seconda dose. Sì, perché a quanto pare anche chi è vaccinato continua a infettarsi, soprattutto con la variante Delta. È lecito quindi ora chiedersi: “Ma allora che ci siamo vaccinati a fare?”. Ed ecco qua che tutti i dubbi sui vaccini vengono ora a galla ed è impossibile per il sistema derubricarli a “complottismo”. Le parole del virologo Fabrizio Pregliasco, inoltre, arrivano come una doccia fredda per chi pensava che l’avanzamento delle vaccinazioni e il calo della curva dei contagi significasse “libertà”. Cosa ha detto? (Continua a leggere dopo la foto)
Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Galeazzi di Milano, ha lanciato l’allarme sulla variante Delta: “Non dobbiamo averne troppa paura, ma un po’ di preoccupazione sì. Bisogna ribadire che la vaccinazione con due dosi garantisce anche contro la variante Delta l’evitamento della malattia, in qualche caso può esserci l’infezione quindi anche il soggetto vaccinato potrebbe diffondere l’infezione. In Gran Bretagna hanno aperto molto prima di noi e credo che l’aumento dei contagi sia una situazione che noi andremo a sperimentare nel prossimo futuro”. (Continua a leggere dopo la foto)
Ha aggiunto Pregliasco, confermando quindi che anche chi è vaccinato con due dosi può essere comunque infettato: “Più contatti portano a più occasioni di infezione, considerando anche che questa variante è più contagiosa. Confido nel fatto che la copertura vaccinale limiti di molto i casi più gravi”. Tutto questo lo ha detto ai microfoni della trasmissione Rotocalco 264 condotta da Roberta Feliziani su Cusano Italia Tv e ripresa da affaritaliani.it. (Continua a leggere dopo la foto)
Infine Pregliasco conferma che è ora di togliere le mascherine almeno all’aperto: “Non c’è un tecnicismo e un manuale per dire quando togliere quest’obbligo. Io credo che ormai con l’attuale situazione si possa arrivare a far decadere l’obbligo e la finestra temporale ipotizzata tra il 5 e il 15 luglio mi sembra giusta, proprio per far sì che queste aperture siano definitive e non debbano essere fatti passi indietro”.
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