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Paragone: “Uno Stato con una moneta sovrana non può fallire”

Pubblicato il 18/12/2020 11:46

Un governo che promette di far passare agli italiani un “Natale sereno” salvo poi, memore della propria incapacità nel prevedere la seconda ondata di Covid-19, tornare sui suoi passi e annunciare la zona rossa per tutto il Paese, con buona pace di chi aveva creduto alle promesse puntualmente tradite dai giallorossi. E che volta lo sguardo di fronte agli italiani più fragili, alle code di persone che per la prima volta sono state costrette a rivolgersi alla Caritas in questi mesi difficili, agli imprenditori messi in ginocchio dalla crisi e che speravano nelle feste per avere una boccata d’ossigeno. Niente da fare, Conte & co. tirano dritti per la loro strada. Senza capire che i soldi servono, e subito.

Paragone: "Uno Stato con una moneta sovrana non può fallire"

Gli errori dell’esecutivo a trazione Pd-Renzi, nel quale il Movimento Cinque Stelle recita ormai un ruolo di totale subalternità, sono sotto gli occhi di tutti. Si promettono “risorse come non se ne sono mai viste prima” senza specificare che, nel caso del Recovery Fund, arriveranno chissà quando e chissà come. Ci si appende ai codici Ateco, trasformando quelli che dovrebbero essere aiuti alle famiglie in una sorta di grottesca lotteria dove a farla da padrone sono il caos e lo sconforto di chi avrebbe realmente bisogno di una mano. Lo ha sottolineato per l’ennesima volta il senatore Gianluigi Paragone durante Dritto e Rovescio, su Rete 4, trovandosi di fronte una Claudia Fusani costretta ad ammettere “sì, è stato un approccio sbagliato”.

Paragone: "Uno Stato con una moneta sovrana non può fallire"

“Abbiamo usato un linguaggio da guerra – ha spiegato Paragone – e poi le soluzioni sono ordinarie quando dovrebbero invece essere straordinarie. Altrimenti la gente farà lo sciopero fiscale”. Iniziative del genere, d’altronde, sono state già annunciate negli scorsi giorni, con i commercianti toscani che per esempio hanno anticipato il rifiuto di pagare Irpef, Ires e Irap in assenza di aiuti concreti da parte del governo, che continua a obbligarli a rinunciare a entrate essenziali per la sopravvivenza delle rispettive attività. E quando, durante Dritto e Rovescio, la stessa giornalista Fusani e il direttore della Notizia Gaetano Pedullà, sono tornati alla vecchia retorica del “sono stati dati oltre 100 miliardi agli italiani”, Paragone ha prontamente ricordato: “Il Giappone la scorsa settimana ha fatto una manovra da 580 miliardi. Ma di cosa state parlando?”.

Paragone: "Uno Stato con una moneta sovrana non può fallire"

Infine, una delle più abusate balle di questo periodo storico, puntualmente ritirata fuori per giustificare gli sforzi insufficienti dell’esecutivo guidato da Giuseppe Conte: “Noi questi soldi non li abbiamo, più di così non si può fare”. Una bufala di fronte alla quale è ora di rispondere come fatto da Paragone durante la trasmissione Mediaset: “I soldi non ci sono? Si va in deficit. Perché uno Stato con una moneta sovrana non può falire”. Un concetto semplice quanto intollerabile alle orecchie dei fedelissimi dei diktat della Troika, di quell’Europa che impone rigore sempre e comunque e che fa figli e figliastri, proteggendo le banche ma non le famiglie che annaspano, schiacciate dall’emergenza. La stessa Europa che piace tanto a Conte e ai suoi fedelissimi.

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