Siamo arrivati, alla fine, al governo Draghi, tanto caro a quella Troika che è la vera vincitrice della crisi. Un nuovo esecutivo che avrai proprio in uno dei totem dell’Ue, l’ex presidente della Banca centrale europea, il suo uomo di punta. E che sarà ancora più asservito a Bruxelles dei precedenti, già particolarmente docili. Ma su che tipo di maggioranza si reggerà, alla fine, l’esecutivo che si appresta a nascere? Come spiegato dal senatore Gianluigi Paragone a Radio Cusano Campus, “vediamo se avrà i voti. Può darsi che il M5S che ha votato il governo sovranista e poi quello europeista alla fine voterà anche Draghi. Voglio vedere come si comporterà in aula la corrente di battistiana del M5S”.
Sì perché al momento, la certezza che Draghi abbia i numeri dalla sua parte non esiste. Soprattutto se il Movimento Cinque Stelle dovesse spaccarsi, con una parte barricata sul “no”. “Ho sentito che il M5S dice di no – ha spiegato ancora il fondatore di Italexit – Salvini è abbastanza prudente, la Meloni non mi sembra abbia accolto con salti di gioia l’opzione Draghi. Non credo che Draghi sia così sprovveduto da andare in Parlamento con numeri più risicati di quelli che aveva Monti. In caso contrario, vorrebbe dire che il suo tocco magico è finito”.
Insomma, mentre l’establishment e una parte della stampa esultano, la via parlamentare non è così scontata. Anzi. Renzi darà sicuramente il suo appoggio a Draghi. Il Pd, per quanto scontento dell’esito delle trattative, dovrebbe alla fine adeguarsi alla volontà di Mattarella. Con i grillini in dubbio, bisognerà allora guardare al centrodestra, dove solo Berlusconi sembra al momento aver accolto con piacere l’incarico all’ex presidente della Bce. Di sicuro, in attesa di perfezionare i conti e capire chi si piegherà all’ennesimo diktat della Troia, c’è che una legislatura nata intorno a due forze di rottura ha virato fortemente nella direzione opposta.
“Le ultime elezioni avevano segnalato una forte partecipazione politica, con una marcata idea politica che non era certo il Conte 2 e non può essere neanche Draghi – è la sintesi finale di Paragone – Ma poi cosa vuol dire il governo dei migliori? I migliori per chi? Sono i migliori che cantano quello spartito lì. Sono i campioni della Troika. È lo stesso schema di Monti, ci sarà un massacro dell’economia reale. Il Recovery Fund alle persone meno abbienti non arriverà, è inutile prenderci in giro. Io rinnego completamente questo impianto mercatista che svilisce il popolo sovrano. Elezioni oggi da irresponsabili? Allora anche le amministrative vanno sospese, visto che quest’anno le più grandi città andranno al voto”.
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