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Giulia Cecchettin, parla Paolo Crepet e spiazza tutti: l’appello e il durissimo sfogo

Pubblicato il 20/11/2023 08:10
Paolo Crepet Giulia Cecchettin

La morte di Giulia Cecchettin e l’arresto del suo ex fidanzato-omicida ha lasciato l’Italia scossa nel profondo. Tra i tanti intervenuti per commentare questa tragedia, c’è anche un esperto: Paolo Crepet, il quale ha voluto fare un annuncio su Filippo Turetta che spiazza tutti. Psichiatra, sociologo e saggista Paolo Crepet è intervenuto sul Messeggaro: “Non conoscendo quel ragazzo, non mi avventuro in nessuna diagnosi. Non credo che sia nato tutto quella sera, non è stato un raptus. I raptus sono nei fumetti. Non posso dire niente del caso specifico, spero solo che non si cominci con la solita storia di periti e controperiti, sarebbe insopportabile per chi ha voluto bene a quella povera ragazza”. Parole forti, alle quali aggiunge: “Il solo pensare che una ragazza sia come una motocicletta, una proprietà, non c’entra niente con l’innamoramento. È una concezione medievale”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Commenta ancora Paolo Crepet dando una lezione a tutti: “È la prova provata che la violenza e il pregiudizio nei confronti della donna non hanno nulla a che vedere con quello che dicono i soliti quattro sociologhi. Qui siamo nel cuore del Nordest. Ci sono le villette, i giardini ben curati, un mondo che pensavamo essere privilegiato. E felice. Invece no. Abbiamo i soldi, ma non la felicità. Ci sono giovani che non sanno distinguere i sentimenti: come si può parlare di amore quando fai quaranta telefonate a una ragazza?”. A proposito della possibilità della premeditazione, Crepet dice: “Non faccio il mago, ma credo che non sia nato tutto quella sera. Non si diventa lupo in una notte”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Poi conclude Paolo Crepet: “Bisogna farsi aiutare. Il che non significa andare dallo psicanalista. Basta un’amica, ma serve tempo. E non ci si aiuta in chat, ci si aiuta andando a fare un passeggiata, stando assieme, parlando. Vale anche per l’ultimo appuntamento: non si va mai da sole, si va con qualcun altro, ma questo comporta essere complici. La complicità nelle relazioni, gli amici, i familiari, l’allenatore, l’insegnante, è la salvezza”.

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