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Quando Orlando diceva: “Al governo con la Lega? Nemmeno se arrivasse Superman”

Pubblicato il 18/02/2021 14:53

Se c’è un’operazione assai divertente resa possibile dalla nascita del governo Draghi, è sicuramente la vecchia arte di andare a scavare indietro nel passato dei vari politici italiani e scoprire, con stupore ma neanche troppo, quanto siano cambiate le loro posizioni nel giro di pochi mesi. Oggi, tutti si genuflettono al premier, riempendosi la bocca di parole come “responsabilità”, “senso delle istituzioni” e via dicendo. Ieri, però, il copione era ben diverso. Appurate le svolte europeiste di partiti come Lega e M5S, che pure all’Europa delle ingiustizie e del rigore a tutti i costi avevano promesso guerra più volte, è bene notare come anche dalle parti del Pd qualcuno abbia la memoria assai corta.

Quando Orlando diceva: "Al governo con la Lega? Nemmeno se arrivasse Superman"

All’inizio del 2021, in un passato recentessimo, il dem Andrea Orlando guardava ad esempio con grande scetticismo alla possibilità di un governo in cui il partito guidato da Nicola Zingaretti si sarebbe trovato spalla a spalla con Matteo Salvini, a lavorare in nome di un presunto “bene comune”. Il 12 gennaio, il giorno dopo il ritiro dei ministri di Italia Viva da parte di Matteo Renzi con conseguente apertura della crisi di governo, il neo ministro del Lavoro era infatti ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo, programma in onda su La7. E lanciava segnali chiari, di netta chiusura, a ogni ipotesi di entrare in una ipotetica maggioranza con la Lega.

Quando Orlando diceva: "Al governo con la Lega? Nemmeno se arrivasse Superman"

Interpellato sulla possibilità di partecipare a un governo sostenuto anche dal Carroccio, Andrea Orlando non era in alcun modo possibilista, anzi, mostrava una posizione essere netta e definita: “È un problema di antefatti. Dovremo gestire fondi europei con una destra che è antieuropea e una pandemia con una destra che è semi-negazionista”. E ancora, per ribadire il concetto: “Non vedo le condizioni, aumenterebbe solo la confusione”. Con tanto di battutina: “Un governo di larghe intese con la Lega? Nemmeno se fosse guidato da Superman”.

Quando Orlando diceva: "Al governo con la Lega? Nemmeno se arrivasse Superman"

Frase quanto mai infelice. Superman, evidentemente, è nel frattempo arrivato, sotto forma di Mario Draghi. Senza mantello rosso sulle spalle ma con la bandiera della Troika ben stretta tra le mani, pronto ad asservire ulteriormente l’Italia ai diktat economici di Bruxelles. Il Pd è salito subito sul carro dell’ex presidente Bce, l’esecutivo del “tutti dentro” è nato davvero, Salvini c’è e Orlando, in questo nuovo accrocco dalla natura indefinita, è addirittura uno degli esponenti di punta, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. Più che di un supereroe, c’era bisogno semplicemente di un totem dell’Ue al quale giurare fedeltà.

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