Quello che sta accadendo a Nvidia, la principale produttore dei microchip che fanno da neuroni ai cervelli dell’intelligenza artificiale, la dice lunga sul presente e sull’imminente futuro. La società ha raggiunto risultati stellari in Borsa, perché aziende e governi stanno facendo a gara per accaparrarsi i suoi super processori, a qualsiasi prezzo. Infatti, la società americana ha più che triplicato i suoi profitti nel giro di un anno. E triplicati sono anche gli ordini previsti nei prossimi mesi. A capo di Nvidia c’è Jensen Huang, americano di origini taiwanesi. Solo nella giornata del 22 febbraio l’azienda ha fatto registrare in Borsa un +14,2%, diventando la terza azienda più capitalizzata del pianeta. E questo cosa vuol dire? (Continua a leggere dopo la foto)
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Come spiega Filippo Santelli su Repubblica, questa è la conferma che siamo entrati in un’era AI-centrica, nelle aspettative della grande finanza e non solo. Una nuova corsa all’oro, in cui tutti stanno investendo miliardi. Meta a Microsoft, Google, Elon Musk, i governi di mezzo mondo. Tutti bussano alla porta di Nvidia per accaparrarsi quanti più H100 possibile, i suoi chip da decine di migliaia di dollari utili per addestrare la nuova generazione di intelligenza artificiale. “I chip Nvidia nascevano per animare la grafica dei videogiochi, ma quando si è scoperto che gestivano meglio di tutti i calcoli necessari all’AI generativa, Huang ha virato tutto in quella direzione. E quando lo stupefacente debutto in società di ChatGPT, un annetto fa, ha scatenato la mania degli algoritmi, si è ritrovato con un monopolio di fatto sull’infrastruttura che li rende parlanti”. (Continua a leggere dopo la foto)
E così, in soli 9 mesi, Nvidia è salita da mille a quasi 2mila dollari di capitalizzazione, un balzo storico per portata che le ha permesso di superare e di gran lunga colossi come Amazon e Google. Il prossimo obiettivo sono Apple e Microsoft, in cima alla classifica. Sono queste, infatti, le imprese tecnologiche che influiscono più di ogni altra cosa sugli umori delle Borse. E di conseguenza c’è da chiedersi: non sarà una bolla anche questa? Qualcuno lo ipotizza. E anche Santelli puntualizza che c’è da stare attenti visto “quanto è abile la Silicon Valley a pompare la ‘prossima grande cosa’, salvo poi inventarne un’altra, dimenticando la precedente”. L’altro punto è come il processo sarà governato e i suoi benefici distribuiti. “Brutte notizie per gli aspiranti concorrenti”.
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