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“Ecco la differenza tra Svezia e Italia”. Il clamoroso schiaffo dell’Oms a Speranza

Pubblicato il 09/05/2022 09:22

Uno schiaffo in pieno volto quello che arriva al ministro Speranza, a Draghi, a Conte, ai televirologi e a tutti i chiusurisi italiani che hanno tifato per lockdown, chiusure, sanzioni, multe, restrizioni, limitazioni delle libertà. E a dare questo schiaffo è nientepopodimeno che l’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, presentando i dati sui morti di questa pandemia. Cosa emerge? Che la Svezia ha registrato uno dei più bassi tassi di mortalità per Covid in Europa, nonostante il suo rifiuto di imporre lockdown, green pass e controlli polizieschi sui cittadini. I numeri arrivano da una fonte al di sopra di ogni sospetto: l’Oms appunto. Quindi va preso atto che la strategia della Svezia era quella corretta. (Continua a leggere dopo la foto)

Dei 194 Paesi esaminati dall’agenzia sanitaria dell’Onu, il tasso di morte per pandemia della Svezia è al centounesimo posto con 56 decessi per 100.000 abitanti. Un dato nettamente al di sotto della media di 90 che pone anche la Svezia al di sotto della maggior parte delle altre grandi nazioni europee che hanno chiuso più volte, come l’Italia (133 morti ogni centomila persone), la Germania (116), la Spagna (111), la Gran Bretagna (109), il Portogallo (100), i Paesi Bassi (85), il Belgio (77) e la Francia (63). Come ricorderete, la scelta della Svezia aveva subito, soprattutto in Italia, gli attacchi dei televirologi e di tutto il codazzo di Speranza. L’Oms, però, oggi certifica altro. (Continua a leggere dopo la foto)

Come diciamo fin dall’inizio, la verità prima o poi verrà fuori. E a piccoli passi lo sta facendo già da ora. Nel 2020 le autorità sanitarie svedesi avevano scelto di non imporre i lockdown, affidandosi invece al buon senso dei propri cittadini. Non era stata imposta neanche la mascherina obbligatoria. Erano rimaste aperte scuole, bar e ristoranti. In Italia invece gli studenti italiani di tutte le età hanno perso praticamente quasi due anni di scuola, andando ad aumentare quel divario con i colleghi europei sul piano sia didattico che sociale. (Continua a leggere dopo la foto)

In Svezia a nessuno è venuto in mente di imporre Green pass, multe, licenziamenti o altri sistemi polizieschi. I media nazionali avevano scelto un approccio sobrio e non terroristico nella diffusione dei dati sui contagi e sui decessi. Leggendo i dati di oggi, i paragoni con l’Italia balzano agli occhi: la Svezia non si è mai fermata completamente, scuole e asili sono rimasti sempre aperti, così come i negozi e molte aziende, compresi ristoranti e bar. Oggi arrivano i dati ufficiali dell’Oms, che devono far riflettere. Qualcuno avverta il ministro Speranza e i suoi consiglieri.

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