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“Oltre un’azienda su due a rischio” e Pil a -11.2%. ‘Italia maglia nera’

Pubblicato il 07/07/2020 14:39

Peggio di quanto avessero previsto. “La recessione sarà ancora più profonda” e le “divergenze tra i Paesi saranno ancora più ampie”. La Commissione europea rettifica le stime previste per il PIl 2020, in Italia il valore scenderà in picchiata a -11,2% invece di scivolare al -9,5% indicato a maggio. Differisce anche la possibilità di ripresa per il 2021, mentre prima si considerava un rimbalzo del 6,5%, adesso si tiene conto del 6,1%. 

Quelli italiani sono i dati peggiori all’interno dell’eurozona, a seguire Spagna con -10,9% e Francia con -10,6%. Per Germania, Olanda e Polonia sono previste contrazioni più ridotte. Nel complesso, il Pil della zona euro scenderà a -8,7% nel 2020, per risalire al 6,1% nel 2021.

Il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis concorda con i dati dicendo: ”L’impatto economico del confinamento è più grave di quanto avevamo inizialmente previsto. Continuiamo a navigare in acque agitate e siamo esposti a molti rischi, tra i quali un’altra massiccia ondata di contagi. Prosegue considerando: “Le previsioni sono un esempio eloquente della necessità di concludere un accordo sul nostro ambizioso pacchetto NextGenerationEU per la ripresa”. L’ ‘Ambizioso pachetto’, così denominato dal vicepresidente, la cui unica ambizione è quella di sembrare ciò che non è, non aiuterà affatto l’economia degli Stati. 

Le previsioni fornite dalla Commissione trovano riscontro con i dati forniti dall’Istat, secondo cui è a rischio di sopravvivenza il 38,6% delle imprese, ovvero il 28,8% dell’occupazione per circa 3,6 milioni di addetti. Il pericolo di chiudere è più che altro tra le micro imprese (40,6%) e le piccole (33,5%), ma è “significativo” anche tra le medie (22,4%).

Mentre a maggio per la vendita al dettaglio si registra un timido segnale di ripresa, un aumento delle vendite rispetto ad aprile del 24,3% in valore e del 25,2%; l’e-commerce non smette di crescere anche con la fine del lockdown, registrando un +41,7% rispetto all’anno precedente dopo il 28,2% di aprile.

Insomma, la gravità della situazione è ben espressa dai dati delle indagini, anche la Commissione europea, che di fornire risposte adeguate non ne vuole proprio sapere, ha comunicato che sarà ‘peggio del previsto’.

Serve che lo Stato attui politiche forti che vadano ad aiutare l’economia reale, commercianti, artigiani, piccoli e medi imprenditori, i veri tessitori del nostro sistema produttivo.