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Nuoce alla salute! Lo studio scientifico che ‘smonta’ lo smart working

Pubblicato il 16/12/2020 10:21 - Aggiornato il 16/12/2020 10:32

Casa dolce casa… Potrebbe sembrare più comodo, più sbrigativo, meno impegnativo. In realtà uno studio australiano recentissimo, pubblicato sul Medical Journal of Australia, dimostra tutto il contrario. 

Quante volte abbiamo immaginato quanto potesse essere confortevole e vantaggioso lavorare da casa senza nemmeno doversi preoccupare di passare da un abbigliamento casalingo a quello ‘professionale’? La mattina, specie se inverno, il passaggio da vesiti più comodi a quelli più formali potrebbe rappresentare un piccolo trauma. 

Con la pandemia, in tutto il globo, moltissimi hanno sperimentato lo smart working. Probabilmente alcuni hanno cercato di mantenere una certa routine, altri, trasportati dalla dolcezza e dal tepore delle mura casalinghe, hanno preferito rimanere in pigiama o semplicemente indossare una tuta. Ma siamo sicuri che sia davvero così vantaggioso, specie per la nostra salute mentale?

Lo studio, condotto dagli accademici del Woolcock Institute of Medical Research di Sydney, rivela che coloro che lavorano da casa in pigiama hanno peggiori condizioni di salute mentale rispetto a coloro che durante le ore lavorative sono indotti a vestirsi. Infatti: “Una maggiore percentuale di persone che indossano il pigiama durante le ore di lavoro riporta un declino di salute mentale durante la pandemia, rispetto a chi si veste prima di andare al computer”. 

Quindi nella sostanza vale la pena spendere i pochi minuti necessari almeno per infilarsi un paio di jeans. La ricerca  è stata condotta nel pieno del lockdown di aprile e maggio e ha coinvolto 163 accademici e ricercatori provenienti da varie zone del Paese.