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Nemmeno la didattica a distanza! Ecco cosa sta succedendo nelle scuole romane

Pubblicato il 28/10/2020 08:08 - Aggiornato il 28/10/2020 11:10

Anche la soluzione che doveva essere considerata in assoluto come l’opzione più remota, l’ultima spiaggia, fallisce. A Roma la cosiddetta dad, didattica a distanza, per ben 42mila studenti è cosa ardua. “Il 14% degli istituti dichiara di non avere a disposizione computer”, riferisce affaritaliani.it. 

Non solo la mancanza dell’apparecchiatura tecnologica, ma a rendere difficili, se non impossibili, le lezioni ai tempi delle restrizioni da Covid (e del governo Conte), è anche la connessione lentissima a internet presente nelle strutture scolastiche. Insomma nel territorio capitolino, mancano i due elementi indispensabili per riuscire a mantenere la possibilità a studenti e docenti di portare avanti i programmi anche con le scuole chiuse. Così “maestre e professori si ritrovano costretti a fare lezioni dalle proprie case”.

I dati che rilevano le condizioni dei plessi emergono grazie all’attività di web scraping delle scuole censite sul portale Scuola in Chiaro del Miur e pubblicato da Openpopolis. Solo due istituti su tre dichiarano i propri averi. “Un dato di poco inferiore alla media nazionale (70%), ma lontano da altre regioni popolose come Lombardia (79%), Emilia Romagna (78%), Puglia (76%) e Veneto (75%2)”, si legge su affaritaliani.it. Sempre nel Lazio” su 65 scuole che hanno effettuato la dichiarazione, mentre 46 dichiarano di avere almeno un computer, 19 dichiarano di non possederne alcuno”. Il fenomeno non interessa solo Roma; a Frosinone interessa l’11,1% degli istituti, a Viterbo il 3,8%, a Rieti il 14,2% e a Latina il 24,3%.

A rigor di logica (del governo) con l’ultimo Dpcm le restrizioni imposte in nome dell’aumento dei contagi sono ferree, ristoranti e bar chiusi alle 18. In nome dello stesso Dpcm è indicata la “possibilità  di ritornare al 75% di didattica a distanza” per far fronte al picco di contagi, ma ahinoi, c’è chi come questi 42mila studenti nel Lazio frequenta scuole che non dispongono di computers. Ma allora, se il governo non è riuscito nemmeno a consentire alle scuole di poter fare la didattica a distanza di cosa parliamo? Mesi e mesi per cosa?

L’acquisto dei banchi che non solo non sono arrivati, ma non servono nemmeno perchè con l’ultimo Dpcm è indicata la possibilità di ritornare al 75% della didattica a distanza? Oppure del sistema dei mezzi di trasporto che non hanno saputo gestire a fronte dell’esigenza di mantenere il distanziamento e che per tale motivazione sono una perfetta incubatrice di virus per gli studenti che vi ricorrono per poter arrivare nelle aule? Eccolo il fallimento del governo, non si riesce nemmeno a garantire la possibilità di poter ricorrere alla didattica a distanza, di poter “abbassare i contagi”.