x

x

Vai al contenuto

Italia, crollo record della natalità: per i giovani è impossibile diventare genitori

Pubblicato il 12/02/2020 14:56

La natalità in Italia è in forte crisi. Numeri alla mano, viene da piangere. Le ricerche ci dicono che il desiderio di avere dei figli e costituire una famiglia rimane molto popolare tra i giovani, ma due ragazzi su tre considerano diventare genitori troppo difficile a causa dell’instabilità lavorativa e della difficoltà di ottenere mutui per metter su casa e famiglia. Secondo i dati appena resi noti dall’Istat, nel 2019 in Italia il numero delle nascite zero è stato pari circa a 435.000, meno della metà rispetto ai nati del 1974 e minimo storico dall’Unità d’Italia. Un dato sconfortante che più di ogni altro fotografa lo stato di salute del nostro Paese e del nostro sistema economico. Zero natalità, vuol dire zero futuro.

Da cinque anni l’Italia segna un bilancio demografico negativo (nel 2019 -1,9 per 1.000 residenti). Per molti dei giovani l’aspirazione a diventare padri e madri è destinata a non realizzarsi mai. “L’inverno demografico del nostro Paese – scrive Mauro Magatti sul Corriere della Sera – rivela un grave ritardo nel capire, prima ancora che nel contrastare, le cause di una difficoltà che non sta solo penalizzando un’intera generazione, ma anche compromettendo ogni prospettiva di rilancio. L’Italia si trova così a vivere in modo particolarmente acuto uno dei paradossi delle società contemporanee che, se non governate, finiscono per negare la stessa facoltà di scelta individuale di cui si riempiono retoricamente la bocca”.

“Infatti, le condizioni nelle quali vivono i nostri giovani — dal punto di vista del lavoro (con salari bassi, precarietà persistente e percorsi di carriera stentati, specie per le donne in età fertile), della casa (con un mercato immobiliare che continua a essere caratterizzato da valori sproporzionati) e dei servizi (con la scarsità e il costo degli asili nido) — sono tali da rendere molto difficile la decisione di formare una famiglia. Il problema nasce dal fatto che in Italia, più che altrove, ci si ostina a non collocare la questione demografica nella giusta cornice. Che è quella della sostenibilità integrale, per la quale l’elemento intergenerazionale è essenziale”.

Eppure continuiamo a esaltare questa Unione Europea dei vincoli, dello zero virgola, dei diktat e di tutte quelle misure che strozzano il nostro Paese e che ci portano a reprimere e uccidere i sogni di tanti nostri giovani. L’epoca delle misure spot di tanti governi che si sono alternati in questi anni non hanno portato a nulla. Deve essere riconosciuto e premiato il ruolo educativo della famiglia.

Tutto ciò che i genitori spendono per far sviluppare le doti e le capacità dei propri figli – in ambito scolastico, professionale, artistico, sportivo e così via – va considerato come un investimento che ha nel formare persone e cittadini migliori il suo ritorno sociale. Un bene per l’Italia intera. Ma allo Stato tutto questo costa, diranno in molti. E pazienza! Per questo serve fare deficit e fregarsene dei vincoli. Dobbiamo reagire, non sopperire. E non possiamo arrenderci a questi dati sulla natalità.

Ti potrebbe interessare anche: Non solo Atlantia: il mondo delle concessioni autostradali è una giungla di vantaggi per i privati (mentre lo Stato tace)