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“Molti medici non segnalano gli effetti avversi”. La denuncia del luminare: “Mai visti tanti pazienti in vita mia”

Pubblicato il 01/08/2022 16:10 - Aggiornato il 03/08/2022 13:46

Attilio Cavezzi, chirurgo vascolare che opera tra San Benedetto e Bologna, medaglia d’oro in flebologia, è stato intervistato dai microfoni de La Verità per parlare dei vaccini anti Covid. Il medico ha rilasciato una lunga serie di dichiarazioni sconcertanti, che potete leggere integralmente sull’edizione odierna del giornale diretto da Belpietro. Il professore si è schierato dalla parte di coloro che pensano che sul siero contro il Covid non si sia detto proprio tutto: «Io sono un medico e il mio dovere è curare i malati, non posso girare la testa dall’altra parte solo perché può essere scomodo occuparsi di alcuni pazienti. Eppure vedo ancora molti medici continuare a essere riluttanti a segnalare gli effetti indesiderati. E senza segnalazioni come si possono avere dati certi», spiega il dott. Cavezzi.
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Dati inaffidabili con farmacovigilanza passiva

Il medico vascolare si concentra poi sulla controversa questione della farmacovigilianza passiva e, dunque, dei dati assolutamente poco veritieri. «Il vero problema è che non abbiamo dati affidabili, perché la farmacovigilanza sugli effetti avversi è ancora di tipo passivo. Tutte le piattaforme utilizzate non permettono di capire la reale portata di questo fenomeno, i casi sono sottostimati e ne ho persino conferme dirette da pazienti che mi dicono che quasi nessuno dei medici che li ha visitati in precedenza ha segnalato la reazione avversa», spiega il chirurgo.
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Pazienti più che raddoppiati in un anno

Alla domanda del giornalista de La Verità sul fatto che probabilmente sta accadendo qualcosa di strano, il professore replica: «Le rispondo con un dato. Rispetto al 2021 i miei pazienti sono più che raddoppiati. Non è mai successa una cosa simile nei miei 33 anni di esercizio. La maggior parte di chi viene da me non ha solo una patologia, generalmente ha un eccesso di attivazione del sistema immunitario e una compromissione più o meno evidente delle funzioni neuro cardiovascolari. Sono delle problematiche che possiamo definire atipiche, diverse rispetto a quelle già conosciute e proprio questo mi ha incuriosito e spinto a indagare». Una risposta eloquente, dunque.
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I casi trattati dal dott. Cavezzi

L’esperto entra poi nel dettaglio, parlando di alcune casistiche particolari, con cui lui stesso ha avuto a che fare in prima persona. «Il primo paziente si è presentato da me a giugno 2021. Era un bagnino, un uomo che non aveva mai avuto problemi di salute. Dopo qualche ora dall’inoculazione ha iniziato a stare male, l’hanno portato al pronto soccorso, aveva degli sbalzi di pressione impressionanti. I valori schizzavano oltre i massimi per poi crollare ben sotto il limite minimo […]». E non è stato un caso isolato: «Purtroppo dopo di lui se ne sono susseguiti molti altri. E così, man mano che aumentava il numero dei pazienti che mi riferivano di aver avuto reazioni avverse, cresceva anche la mia consapevolezza del fenomeno in atto».
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La correlazione col vaccino è più di un sospetto

Il dott. Cavezzi ha spiegato che sono stati circa un centinaio i pazienti da lui trattati con reazioni avverse al vaccino. «Tutti, nessuno escluso, presentano un’alterazione del sistema nervoso autonomo, in pratica è come se il paziente fosse sempre in uno stato di stress e dunque il suo corpo produce una quantità eccessiva di diverse sostanze come il cortisolo, la noradrenalina e l’adrenalina stessa», spiega il medico vascolare, confermando anche il sospetto di una correlazione tra long Covid e danni da vaccino: «Se andiamo a guardare come trattano negli Stati Uniti i casi di long Covid, appare evidente che si dedicano all’analisi del sistema nervoso autonomo, che quindi risulta essere alterato proprio come nei casi di reazione avversa al vaccino».

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