Al momento di insediarsi come nuovo ministro degli Interni, all’epoca del secondo governo Conte, Luciana Lamorgese non aveva tardato a sposare quella lettura, falsa ma sostenuta da tanti politici italiani, che vuole l’Europa benevola, sempre pronta a tenderci la mano, nemica di ingiustizie e disuguaglianze. Annunciando trionfante: “L’Italia non è più sola”. Parole che, col senno di poi, devono essere sembrate vuote anche alle orecchie di chi le ha pronunciate. Con tanto di tardiva retromarcia.
La stessa Lamorgese che commentava entusiasta il Patto di Malta con cui i Paesi Ue si impegnavano, solo sulla carta ovviamente, a farsi carico dei migranti che sarebbero sbarcati in Italia, oggi invece ammette il fallimento di quell’intesa e invoca nuovi accordi. Ammettendo di fatto, così, che l’Europa ci ha preso in giro per l’ennesima volta, riempendoci di promesse alle quali non hanno mai fatto seguito dei fatti: “Stiamo lavorando per riattivare il Patto di Malta e a breve presenteremo un protocollo intenti” ha spiegato davanti al Comitato parlamentare di controllo sull’accordo di Shengen.
Lamorgese ha anche spiegato che “la situazione sanitaria determinata dalla pandemia da Covid-19 ha avuto un significativo impatto sui rimpatri. La chiusura totale o parziale delle frontiere aeree e terrestri da parte dei principali Paesi di destinazione e di transito a partire dalla fine di febbraio 2020, ha di fatto bloccato le operazioni di rimpatrio nella prima parte dell’anno”. Operazioni riprese a singhiozzo a partire dal 1 luglio 2020, salvo poi interrompersi di nuovo a causa “del riacutizzarsi dell’epidemia e la conseguente adozione di misure sanitarie per l’ingresso sul territorio dei principali Paesi terzi di destinazione ha reso particolarmente gravosa l’organizzazione dei servizi di rimpatrio”.
Insomma, ancora una volta l’Italia è stata abbandonata al proprio destino, come ormai da prassi. Durante la pandemia, quando gli altri Stati si sono nascosti dietro al virus per giustificare il mancato rispetto degli accordi, e ora che pure l’emergenza sanitaria si è fatta meno forte. Nelle ultime settimane, l’isola di Lampedusa è andata di nuovo in tilt a causa dei troppi sbarchi. E al solito, l’Europa ha finto di guardare altrove.
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