Si è fidata di quello che le dicevano i medici, come milioni di italiani costretti a mettersi in fila, volenti o nolenti, per ricevere la vaccinazione anti-Covid. Ma purtroppo la vita di Aidi Pasian, insegnante residente a San Donà di Piave in Veneto, è cambiata di colpo dopo la prima dose del farmaco Pfizer: “Era il 27 maggio quando ho effettuato l’inoculazione, ho avvertito dolori articolari e gonfiore alle mani, pesantezza, e un dolore che non era alle ossa ma muscolare, di tessuto”.
La donna, costretta da quel giorno a fare i conti con i gravi effetti indesiderati del vaccino, ha raccontato alle pagine della Verità quanto le è accaduto: “Mi sono fidata del mio medico, ho fatto la puntura senza pensare troppo alle conseguenze. Il mio dottore è un vaccinatore e così ho seguito le se indicazioni, alla leggera”. E invece la vita di Aidi è stata di colpo stravolta, con gravi effetti collaterali insorti poco dopo la somministrazione.
“Dopo la seconda dose, il 1 luglio, mi si sono subito gonfiati i linfonodi sotto le ascelle, si è gonfiato il seno ed è iniziato un processo infiammatorio chi si è esteso fino all’utero e ai reni” ha spiegato la donna sulle pagine de La Verità. A ottobre-novembre poi mi sono trovata con delle enormi piaghe sulle gambe che sembravano delle ustioni. Ho messo creme a base di cortisonoe che però hanno soltanto peggiorato le cose. Le piaghe si sono estese avanti e dietro la parte inferiore delle gambe, fino alle ginocchia”.
Quando è statto il momento della terza dose, Aidi è andata all’hub vaccinale per mostrare le proprie gambe e far presente ai medici le complicazioni seguite alla seconda inoculazione; “Mi hanno fatto delle foto e mi hanno detto che effettivamente era meglio che non ricevessi ulteriori iniezioni. Non mi hanno rilasciato alcun documento, ma dopo qualche giorno mi è arrivata la notizia del prolungamento del Green pass. Ora quel pass è scaduto. Se dovessi essere costretta a vaccinarmi ancora, mi farò sospendere”.
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