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Dalla parte della guerra! Meloni, Salvini e Berlusconi gettano la maschera e siglano il patto

Pubblicato il 02/08/2022 12:34 - Aggiornato il 03/08/2022 13:46

Il centrodestra prova a trovare la quadra in vista dell’appuntamento elettorale del 25 settembre. Quasi certi di ottenere la vittoria, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia si incontrano per definire programmi e strategie, escludendo ancora una volta dalla loro agenda chi ha lottato – davvero – contro il Green pass, l’obbligo vaccinale, l’invio di armi all’Ucraina, la guerra e i licenziamenti coatti. Come riporta Repubblica, al primo punto dell’incontro tra i tre partiti, su richiesta di Giorgia Meloni, svetta proprio il sostegno all’Ucraina. “Una mossa che prova a tacitare i sospetti – emersi anche di recente – sulle relazioni pericolose intrattenute da Matteo Salvini con il partito di Putin, Russia Unita”. (Continua a leggere dopo la foto)

Il leader della Lega, che comunque in Parlamento ha sempre votato a favore dell’invio di armi e quindi della guerra, abbozza. “Al secondo punto del programma spicca il presidenzialismo, un vecchio cavallo di battaglia di Fratelli d’Italia. E infine, c’è l’Autonomia in Lombardia e Veneto, due richieste in cima all’agenda della Lega. Resta il disaccordo sui tempi di presentazione, dinanzi all’opinione pubblica, dell’elenco dei ministri. Salvini vorrebbe ufficializzare la lista prima del voto, Giorgia Meloni dopo. Il leader leghista vorrebbe basarsi infatti sui sondaggi, Meloni aspetta l’esito delle urne, nella convinzione di distanziare il rivale e poter richiedere così un numero maggiore di dicasteri”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Dopo l’elezione di Mattarella non riuscivamo nemmeno a organizzare una riunione, il centrodestra non esisteva più: ora andiamo avanti spediti sul programma. Tra di noi c’è qualche differenza, magari abbiamo priorità diverse, ma siamo tutti convinti che daremo un progetto serio e credibile al Paese”, ha confidato all’Ansa un alto dirigente leghista. Gli fa eco Antonio Tajani (Forza Italia): “La sinistra litiga e noi siamo già al lavoro tutti insieme per dare un progetto all’Italia del futuro, offrire risposte serie e credibili”. Matteo Salvini, timoroso di non avere più il primato all’interno della coalizione (visto il vantaggio di Meloni) ieri era in Veneto, in tour tra le partite Iva. (Continua a leggere dopo la foto)

A questo punto, sfumato il sogno di fare il premier, punta a tornare al Viminale a fare il ministro dell’Interno. C’è un punto su cui sono tutti davvero d’accordo, oltre alla guerra: via il reddito di cittadinanza: “Non può restare com’è”. L’accordo prevede infine 98 collegi a FdI, 70 alla Lega, 42 a Forza Italia e 11 a Noi con l’Italia e Coraggio Italia. Di questi ultimi dovrebbe farsi carico FdI, mentre Lega e FI dovrebbero dividersi i collegi destinati all’Udc, ma quest’ultimo tassello non è stato ancora messo nero su bianco.

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