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“Il governo dei tecnici”. Scontro nella maggioranza, Lega e Fi conto Meloni: “Non ci stiamo”

Pubblicato il 03/10/2022 12:57

Nel centrodestra ormai siamo alla guerra vera. Per le poltrone, è chiaro. E se Giorgia Meloni punta sui tecnici, per non tradire le promesse fatte a Draghi, a Mattarella, all’Europa e all’Alta finanza, dall’altra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi rivendicano spazi e ruoli per i loro partiti. Proprio Salvini e Berlusconi, infatti, si sono convinti che Giorgia Meloni stia giocando a ridimensionarli. Come scrivono in un retroscena pubblicato su Repubblica Tommaso Ciriaco Emanuele Lauda, “sostengono che voglia un governo con dieci, forse addirittura dodici tecnici su un totale di venti dicasteri. Che comunque abbia in mente un esecutivo in cui metà dei presenti non abbia tessere di partito in tasca. Tecnici d’area, figure inattaccabili”. Il governo che doveva essere antisitema… Poveri elettori che ci hanno creduto. (Continua a leggere dopo la foto)

Se i numeri hanno un senso – e decurtando le dieci caselle restanti dalle poltrone che spettano a dirigenti di Fratelli d’Italia – allora ai due partiti alleati spetterebbero cinque o sei ministeri politici in tutto. “Tre a testa, al massimo. Una miseria, si lamentano. Per tutte queste ragioni, si preparano ad alzare il tiro. Inizierà domani il segretario della Lega. Ha convocato una riunione del partito, al termine della quale indicherà i ministeri – e forse anche i nomi di alcuni ministri – che ritiene debbano spettare al Carroccio. Saranno almeno sei leghisti. A quel punto, toccherà al Cavaliere alzare la voce, chiedendo pari dignità e analogo trattamento. L’altra pretesa è quella di garantire i fedelissimi, senza accettare paletti sui nomi dalla prossima Presidente”. (Continua a leggere dopo la foto)

Nel centrodestra, e quindi nel futuro governo Meloni, c’è dunque una palese mancanza di fiducia, oltre alla distanza di obiettivi e alla divergenza sulle soluzioni. “È anche evidente il solco di consapevolezza sulla gravità della situazione complessiva. Così almeno ritiene Meloni. È preoccupata. Preoccupatissima e vuole per l’esecutivo nomi di livello. Alcuni non politici. “Chiede ai partner di indicarle diversi esperti d’area, tenendo conto di curriculum ed esperienza, per dare vita a un mix credibile. Possibile dunque che Economia e Interni vadano a tecnici. Come la Giustizia, a Carlo Nordio. Sono ragionamenti che preoccupano i partner. Sibilano che l’imitazione che Maurizio Crozza fa di Me-ioni – una leader che appena siede sulla poltrona di premier cambia vo-ce e parla come Draghi – non sia troppo lontana dalla realtà”. (Continua a leggere dopo la foto)

Salvini vuole partecipare alla squadra dell’esecutivo, nonostante le posizioni filorusse che stridono con l’atlantismo di Meloni. “Alla fine accetterà lo Sviluppo economico, l’Agricoltura o le Riforme, pretendendo anche l’incarico di vicepremier. Per il Carroccio chiederà in tutto sei caselle politiche (forse includendo anche Claudio Borghi), compresa la Giustizia per Giulia Bongiorno e le Infrastrutture per Edoardo Rixi”. Berlusconi ha sul tavolo “l’opzione di affidare Interni o Esteri ad Antonio Tajani. Ma non è il cuore del problema. I rapporti tra i due leader restano complicati”. Quanto alla squadra politica per FdI, sono in corsa Guido Crosetto o Adolfo Urso per la Difesa, Fabio Rampelli per Infrastrutture o Welfare, Raffaele Fitto per gli Affari europei”.

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