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Medici e operatori no vax vanno al Tar: “Ricorso contro l’obbligo vaccinale”. Sono sempre di più

Pubblicato il 05/07/2021 14:28

Cresce sempre più il numero di medici e operatori sanitari che intendono fare ricorso contro l’obbligo vaccinale. I sottoscrittori del ricorso al Tar sono infatti circa 500. I lavoratori che in Lombardia hanno siglato l’esposto presentato al Tar di Milano e di Brescia dall’avvocato ligure Daniele Granara chiedono l’annullamento, previa sospensione, dell’obbligo vaccinale per il mondo sanitario. Si legge sul Tempo: “Il riferimento, come spiega lo stesso legale (che aveva già sollevato la questione a Genova un paio di mesi fa), è al decreto legge 44”. (Continua a leggere dopo la foto)

Il decreto infatti prevede, tra le altre cose, l’obbligo di somministrazione del vaccino anti-Covid per gli operatori sanitari. Una norma che, per i 500 ricorrenti, è “lesiva del diritto inviolabile di libertà di scelta, di prevenzione e di cura”, come si legge nell’esposto anticipato dal Giornale di Brescia. i 500 sono di Milano, Brescia, Bergamo, Mantova e Cremona e sono tutti “esercenti professioni sanitarie e operatori di interesse sanitario, che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, nelle farmacie, parafarmacie e negli studi professionali”. (Continua a leggere dopo la foto)

Si tratta dei luoghi più “sensibili” al contagio, frequentati anche dai soggetti ritenuti fragili, motivo per cui le autorità e la comunità scientifica hanno ritenuto doveroso imporre obbligatorietà del siero contro il coronavirus. Ma, obiettano i 500 tra medici e operatori sanitari, “l’Italia è l’unico Paese dell’Unione europea a prevedere l’obbligatorietà per determinate categorie di soggetti della vaccinazione per la prevenzione della Sars-CoV-2”. (Continua a leggere dopo la foto)

Per il legale Granara, non si tratta di una battaglia no vax, ma “di democrazia”. Dice: “Qui si obbliga una persona a correre un rischio altrimenti gli viene impedito di svolgere la professione”. Il ricorso stato presentato il 22 giugno contro le Ats di Bergamo, Brescia, Val Padana e Montagna. Una prima risposta arriverà il 14 luglio. Intanto questi medici e operatori sanitari devono beccarsi pure l’insulto di Roberto Burioni: “Irrecuperabili. Perché non cambiano lavoro? Sarebbe meglio per tutti”.

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