x

x

Vai al contenuto

“Il primo uomo-microchip italiano”. Chi è, quanti ne ha sottopelle e cosa può farci: “Questo è il futuro” (poveri noi!)

Pubblicato il 31/07/2023 11:29
Mattia Coffetti uomo microchip

Non uno, che comunque è già abbastanza una follia, bensì cinque. Mattia Coffetti, 35 anni, si è fatto installare cinque microchip sotto pelle. È di Rodengo Saiano, nel bresciano, e lavora nel campo della sicurezza informatica. Appassionato di informatica da quando era bambino, racconta al Corriere della Sera la sua scelta e cosa lo ha spinto a questa decisione così assurda. “Con il passare del tempo ho cercato di far diventare la mia passione il lavoro“, e ora nel suo campo è un pioniere, tanto da diventare il primo uomo microchip italiano. Il primo che ha installato nel suo corpo risale al 2019. “È il più utile, è un chip Nfc-rfd che serve per aprire le porte, oppure una serranda. Ma questo chip ha una doppia funzionalità. Così è possibile registrare i propri dati medici, la carta identità, il badge del lavoro e installare varie app, come LinkedIn”. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> Canone Rai, cambia tutto: “Ecco come e quanto si pagherà”. Rivoluzione in arrivo
>>> Microchip sottopelle, il primo test di massa. Ecco come funziona e dove hanno iniziato ad usarlo

E quando sentiamo dati medici abbinati a microchip sottocutanei ci vengono subito i brividi. Ma tenetevi forte, perché l’uomo microchip ha altre sorprese. Spiega ancora Mattia Coffetti: “Il secondo è un dispositivo che può essere utilizzato, ad esempio, per l’autentificazione dei dati bancari“. Gli altri due, invece, hanno più una valenza estetica: “Il terzo microchip è un magnete che attrae i metalli e permette, per esempio, di catturare le viti in modo da non perderle mentre si fa qualche lavoro; il quarto microchip è un led e se lo avvicini a una sorgente elettrica si illumina“. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “Cosa accadde poco prima che morisse”. Purgatori, la rivelazione choc dell’amico vip

Mattia Coffetti, l’uomo microchip: cosa ci fa

Poi c’è l’ultimo. L’uomo microchip la spiega così: “Lo uso per pagare e lo attivo tramite un applicazione dello smartphone. È semplice da utilizzare, visto che lo ricarichi come semplice postepay e fai i tuoi pagamenti”. Ricapitolando: registrare dati sanitari, la carta d’identità, condividere il proprio profilo LinkedIn o addirittura pagare la spesa. Tutto attraverso i microchip impiantati sottopelle. Mattia Coffetti dice ancora: “Molti hanno paura del tracciamento, ma per leggerli devi avvicinare un telefono. E comunque questi microchip non sono creati da chissà quale azienda misteriosa. Online è possibile informarsi sulle caratteristiche tecniche prima di acquistarli”.

Ti potrebbe interessare anche: “Interferisce con il Dna”. Tecnologia mRna, lo studio-boomerang: ecco come hanno smontato un’altra balla