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“Cosa accadde poco prima che morisse”. Purgatori, la rivelazione choc dell’amico vip

Pubblicato il 29/07/2023 08:46
Purgatori Marco Tullio Giordana

Mentre la Procura di Roma ha aperto una inchiesta indagando su due medici per il sospetto di diagnosi errata, nella giornata del 28 luglio si sono celebrati i funerali del compianto Andrea Purgatori. La sua morte ha creato molto scalpore e – in perfetto stile “Atlantide” – anche alcuni misteri. Dalle diagnosi errate, appunto, a quello che è successo immediatamente dopo e immediatamente prima la morte del grande giornalista. Ecco, sul prima si concentra il suo amico e regista Marco Tullio Giordana, raccontando dettagli che pochi conoscono. I due, stando al regista, stavano progettando da circa 3 anni un prodotto che doveva essere “un viaggio dalle origini secolari della mafia fino ai giorni nostri”. Un progetto da svilupparsi “con una lunga serialità”. Che ha “messo in allarme” reti e piattaforme interpellati. Tanto da fargli preferire di “rivolgersi alle sedi centrali”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Nella sua intervista a Repubblica, Marco Tullio Giordana fornisce qualche dettaglio sul prodotto e su cosa accadde durante la preparazione di questo lavoro. La serie inizialmente doveva chiamarsi “La zona grigia”. E dall’ipotesi di un “lungo film” i due hanno lavorato poi a “una miscela di finzione e indagine giornalistica”. Su questo – spiega – “Purgatori era adattissimo grazie alla formidabile presenza scenica (faccia alla Dick Tracy, voce profonda e autorevole come quella di Sergio Zavoli)”.Tanti i sopralluoghi in Sicilia per raccogliere le numerose testimonianze di magistrati, giornalisti e investigatori. Qualcosa poi però cambiò tutto. (Continua a leggere dopo la foto)
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Purgatori, Marco Tullio Giordana e il loro ultimo lavoro

Rivela Marco Tullio Giordana con qualche brivido: “Cominciarono subito alcune stranezze. Intanto la sensazione di essere intercettati, addirittura seguiti. Si trattasse di me ci sarebbe da ridere, ma trattandosi di Purgatori e delle sue inchieste sempre fastidiose e rivelatrici (Da Ustica a Pecorelli, da Pasolini a Moro, da Giovanni Paolo I a Emanuela Orlandi) l’ipotesi non era peregrina”. A nulla sarebbero serviti gli incontri “segreti”. Dice ancora: “Anche vedendosi privatamente da me o nella sua nuova abitazione piena di piante e quadri o in qualche ristorante deciso all’ultimo, avvertivamo spesso una impalpabile sorveglianza, l’aggirarsi di figure strane”.

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