Alla fine il Quirinale sembra riuscito a spuntarla davvero. Secondo quanto raccontato da Alessandro Rico sulle pagine della Verità, infatti, la tanto discussa commissione d’inchiesta sull’emergenza Covid, nata per fare chiarezza sugli errori commessi durante la pandemia, alla fine vedrà la luce sulla base di un compromesso figlio delle dichiarazioni del Capo dello Stato Sergio Mattarella, che aveva dato indicazioni precise: evitare di trasformare la commissione in una sorta di doppione dei processi già in corso e già sgonfiati dal Tribunale dei ministri per i grandi protagonisti di quella stagione, su tutti l’ex ministro Roberto Speranza e Giuseppe Conte. In sostanza, secondo la Verità, “dove non sono arrivate le toghe non deve arrivare la politica”. Un messaggio che sembra essere stato recepito molto bene. (Continua a leggere dopo la foto)
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Le randellate del Quirinale, secondo Rico, avrebbero spinto i senatori a cercare un compromesso, sugellato dal relatore di Palazzo Madama Gianni Berrino, esponente di Fratelli d’Italia, con l’approvazione di due emendamenti al testo che rischiano in effetti di depotenziare l’organismo. Innanzitutto, la facoltà di acquisire documenti e atti è stata limitata al materiale in possesos degli inquirenti, solo se non coperto da indagine. (Continua a leggere dopo la foto)

Inoltre, “è stato eliminato l’accenno alla possibilità di individuare, con riferimento ai provvedimento varati durante la pandemia, eventuali obblighi o restrizioni carenti di giustificazioni sulla base dei criteri di ragionevolezza e proporzionalità, o contrastanti con i principi della Costituzione“. Una sorta di salvacondotto per i dpcm del governo Conte. (Continua a leggere dopo la foto)

Una notizia accolta con rabbia e rassegnazione da tanti utenti. La Verità si è chiesta, provocatoriamente: “Lasciamo che l’azzeccagarbugli del popolo se la cavi così?”. La risposta, purtroppo, appare più che scontata.