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L’ordine dell’Ue all’Italia: “Draghi deve restare premier fino al 2023”

Pubblicato il 03/05/2021 09:52

L’Europa continua a guardare con un misto di preoccupazione ed eccitazione dalle nostre parti, ora che l’osannato Mario Draghi è diventato premier tra gli applausi scroscianti di quasi tutte le forze politiche italiane. Felice come una Pasqua per essere riuscita a sistemare uno dei suoi totem più sacri a Palazzo Chigi, ma preoccupata allo stesso tempo per le tempistiche che hanno portato al suo avvento: a gennaio 2022, purtroppo per Bruxelles e per i suoi tecnocrati, bisognerà infatti scegliere il successore di Sergio Mattarella al Quirinale, un ruolo per il quale Draghi non potrà, per ovvie ragioni, correre.

L'ordine dell'Ue all'Italia: "Draghi deve restare premier fino al 2023"

Pensare che Draghi possa lasciare in anticipo il suo incarico di premier, d’altronde, è idea che non sfiora nemmeno le teste dei vertici dell’Unione Europea. L’ex presidente della Bce è la garanzia assoluta dell’asservimento dell’Italia alle logiche Ue, come dimostrato di recente dal Recovery Plan, il nome scelto per indicare le briciole che Bruxelles ci lascerà gestire nei prossimi mesi, con tutta calma: con la firma di Draghi, l’approvazione è stato passaggio scontato, ma in cambio il nostro Paese dovrà assecondare l’ennesimo diktat che arriva da oltre i confini.

MARIO DRAGHI

Se l’Italia vorrà, infatti, confrontarsi con un’Unione ben disposta e ragionevole, pronta a tendere la mano anche in caso di qualche ritardo qua e là nell’attuazione del Recovery, dovrà blindare Mario Draghi e assicurare la sua permanenza a Palazzo Chigi fino al 2023, data di naturale termine della legislatura. Ufficialmente perché prezioso nel ruolo di cardine delle riforme che verranno, in realtà come garanzia di una totale obbedienza a Bruxelles. Perché l’Ue ci darà sì un mucchietto di spiccioli, neanche troppi per la verità, ma pretenderà che venga gestito seguendo ordini precisi. Anche perché il quadro generale europeo rischia nel frattempo di complicarsi.

Nell’autunno 2021 si voterà infatti in Germania e l’Europa perderà una delle figure più simboliche, la cancelliera Angela Merkel. Poi sarà la volta delle elezioni francesi, in programma nel 2022, e anche in quell’occasione dalle urne potrebbe uscire un responso sfavorevole per l’Unione. Che, di fronte a tante incertezze, punta così a blindare Mario Draghi, in modo da assicurarsi un punto fermo. Giocando, ancora una volta, sulla pelle degli italiani, traditi dai propri governanti.

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