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L’Italia si è persa il Mezzogiorno: così la crisi rischia di aumentare il divario Nord-Sud

Pubblicato il 17/07/2020 16:18

Parla di numeri “impressionanti” il direttore dello Svimez Luca Bianchi, nel commentare i numeri che fotografano il crollo dell’occupazione nel Sud Italia. Una stima che rischia di diventare drammatica, con 380 mila persone che, alla fine dell’anno, potrebbero ritrovarsi senza lavoro soltanto nel Mezzogiorno. Numeri che fanno spavento: la perdita di occupati sarebbe infatti, soltanto nel 2020, pari a quella del quinquennio che va dal 2009 al 2013, dove pure la crisi finanziaria e quella dei debiti avevano fatto sentire tutto il rispettivo peso.

L'Italia si è persa il Mezzogiorno: così la crisi rischia di aumentare il divario Nord-Sud

Un quadro desolante che rischia di avere conseguenze devastanti. L’istituto, che promuove lo studio delle condizioni economiche del Mezzogiorno d’Italia, ha infatti apertamente preso in considerazione l’ipotesi che possano verificarsi “tensioni sociali” nel Meridione. D’altronde se è vero che tutto sommato il crollo del Pil previsto per quest’anno non dovrebbe assumere una portata così drammatica (-8,2%) rispetto ad alcune Regioni del Centro-Nord, è altrettanto vero che la ripresa prevista per il prossimo anno sarà meno della metà al Sud (+2,3%) rispetto al Settentrione (+5,4%).

L'Italia si è persa il Mezzogiorno: così la crisi rischia di aumentare il divario Nord-Sud

Il risultato è che il divario già esistente tra la parte Nord e Sud del Paese potrebbe addirittura allargarsi una volta che l’emergenza sanitaria sarà finalmente alle spalle, nonostante il governo abbia tentato di intervenire con i vari Cura-Italia e dl Rilancio che però non sono stati sufficienti ad allontanare la paura di un divario sempre più ampio. Anche perché gli aiuti si sono concentrati soprattutto sulle imprese di dimensioni maggiori, quelle che hanno ricevuto in assoluto più risorse e che sono però concentrate per la maggior parte nella parte settentrionale dello Stivale.

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Svimez ha invocato a tal proposito, attraverso le pagine del Messaggero, una “strategia di sostegno nazionale alla crescita compatibile con l’obiettivo di riequilibrare il territorio”. Anche perché “le previsioni del 2021 mostrano una ripresa troppo debole per ricostruire la base produttiva e occupazionale distrutta dalla crisi e un allargamento del divario Nord-Sud”.

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