Noi lo diciamo da molto tempo, ma solo con questa emergenza – e con il conseguente atteggiamento vigliacco di Paesi come l’Olanda – ora la maggior parte delle persone si rende conto di cosa vuol dire per l’Italia perdere decine di miliardi di euro che finiscono nei paradisi fiscali. Soprattutto in quelli europei, come l’Olanda, appunto. L’Italia perde ogni anno circa 20 miliardi di imponibile sui profitti realizzati da multinazionali italiane con sedi in paradisi fiscali di cui 17 solo nei paradisi europei. E il bello è che ci sono leggi europee che lo permettono. Per questo è importante dare vita ora a una campagna che raggiunga più persone possibile: vogliamo la lista delle aziende che hanno sede nei paradisi fiscali.
Lo stanno iniziando a chiedere molte persone, e un cospicuo numero di utenti ha chiesto espressamente al senatore Gianluigi Paragone di farsi portavoce di questa battaglia. Il 31 marzo, un lettore del Corriere ha scritto allo storico quotidiano per avanzare una proposta di questo tipo: “Se la lista delle società che approfittano di questi vantaggi sottraendo all’Italia così tanti soldi fosse pubblicizzata, ognuno di noi potrebbe orientare le proprie spese con maggiore consapevolezza di dove vanno a finire i propri denari”. La firma è di Daniela Pasti, e la richiesta non fa una piega.
Mentre i governi si adoperano per andare a stanare il piccolo e medio artigiano che non riesce ad arrivare a fine mese, le grandi multinazionali e le grandi aziende portano via dal nostro Fisco miliardi e miliardi di euro. Come spiega Quifinanza, “la responsabilità è dovuta principalmente all’esistenza di regole obsolete sulla tassazione internazionale, non in grado di regolamentare i nuovi modelli di business. In questo modo, ognuno cerca la soluzione più conveniente e per molte multinazionali è quella di spostare sedi societarie e profitti nei Paesi dove si pagano meno tasse. Una situazione che crea un forte squilibrio, con ingenti perdite di getto fiscale nei Paesi in cui quelle aziende sono nate o si trovano ad operare, con effetti distorsivi del mercato e guadagni ingenti per gli Stati paradisi fiscali”.
Va poi sottolineato che il trasferimento dei profitti societari nei paradisi fiscali va a vantaggio non solo delle aziende ma anche dei loro azionisti che non pagano tasse sui dividendi incassati. Il dato più sconvolgente, tuttavia, non è tanto il trasferimento dei profitti verso paradisi fiscali noti come le Isole Cayman, le Isole Vergini, Bermuda o la Svizzera, ma i trasferimenti all’interno della stessa Unione Europea che sono ben l’80%. Paesi come Lussemburgo, Irlanda e Olanda, paradisi fiscali comunitari, sottraggono ogni anno circa 17 miliardi di euro al Fisco italiano. Vogliamo la lista, subito! La popolazione deve sapere, i cittadini devono farsi sentire.
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