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Dallo ius soli alla patrimoniale. Letta, storia di un ritorno di cui non si sentiva il bisogno

Pubblicato il 31/05/2021 11:19

Non è nuovo, Enrico Letta, a gaffe e proposte folli. Fortunatamente a Palazzo Chigi c’è stato per pochissimo tempo (non che dopo sia andata meglio con Renzi…), nel 2013, altrimenti chissà cosa avrebbe combinato. Accolto oggi dal Pd e dai suoi elettori come il salvatore dopo il disastro Zingaretti, il nuovo segretario continua ad annaspare. Da quando Letta ha preso il timone, il Pd è stato infatti superato nei sondaggi anche da Fratelli d’Italia, sta perdendo tutte le battaglie fin qui portate avanti con forza (e per fortuna per noi!), si farà fregare anche il Quirinale e ha ceduto al M5S la candidatura “forte” su Roma, piazzando Gualtieri come coprotagonista secondario. Le battaglie si diceva. Ecco, in piena pandemia, con un Paese che deve ripartire e con tutto quello che hanno passato i cittadini, le sole tre cose a cui sembra pensare il Pd sono il ddl Zan, lo Ius soli e nuove tasse. Ma è un amore antico quello di Letta per le tasse… (Continua a leggere dopo la foto)

Messo sulla graticola sia dai i suoi – con buona parte del partito che è trasalito quando gli ha sentito pronunciare la “grandiosa” idea di mettere una nuova tassa di successione – sia dalle opposizioni, ha beccato pure dal premier Draghi – che lo ha stoppato in 5 minuti – una sonora sberla politica. I compagni di partito, intanto, già “sperano” nella sconfitta elettorale a Roma e Milano così hanno la scusa buona per levarselo dai piedi prima che faccia altri danni. Altro che salvatore! E poi, incominciano a essere davvero tanti gli scivoloni che hanno segnato fin qui la carriera del nipote di Gianni Letta. (Continua a leggere dopo la foto)

Presidente del Consiglio per 300 giorni, deve alla sua passione per il Milan una delle sue gaffe più sonore in ambiente Pd. Quando di un calciatore rossonero, Piatek, dopo un clamoroso ko contro il Torino, disse in modo ‘salviniano’: “Torni da dove è venuto”. E cosa dire della frase scritta alla vigilia della nascita del governo Monti? “Sono a disposizione”. In tutta risposta, Monti mostrò il biglietto alle telecamere e Letta arrossì per la sua figuraccia da novellino in cerca di un posto. È tutto? Macché, siamo solo agli inizi. (Continua a leggere dopo la foto)

Da buon direttore della Scuola di affari internazionali dell’Istituto di studi politici di Parigi, su Twitter esternò la sua felicità per aver visitato l’Ara Pacis a Roma commentando: “Ho visitato e molto apprezzato all’Ara Pacis la mostra su Claudio primo Imperatore straniero a Roma, primo di una lunga serie. Quanto erano più lungimiranti di noi i romani, bravi a integrare e prosperare…”. Peccato che, gli fecero notare subito tutti, Claudio nacque a Lione, ma da una famiglia nobile romana, appartenente alla dinastia giulio-claudia, una delle più antiche della storia romana. (Continua a leggere dopo la foto)

E ricordate quella gaffe sulla “razza ariana”? Stava raccontando dei suoi anni da studente: “Quando andavo a scuola io, negli anni ’70, eravamo tutti bianchi, direi quasi ariani”. Già, proprio “ariani” disse, per la gioia dei compagni del Pd che qualcosa dovevano già capirla allora su quanto sarebbe stato deleterio Letta per i loro sondaggi. E poi, come dimenticare la clamorosa gaffe del 15 marzo del 2020, alla vigilia dell’Eurogruppo che a Bruxelles aveva ancora all’ordine del giorno la ratifica della riforma del Mes, nonostante la pandemia in corso, quando scrisse: “Ora è il momento di usare il Fondo salva Stati. Il Mes proprio per situazioni come queste è stato creato. Rinviare discussione sul suo futuro, eliminare clausole condizionalità e usare la sua dotazione finanziaria come pilastro della risposta europea a crisi che è peggio del 2008”. Ma il Pd aveva già sposato il M5S, aveva rinnegando proprio il Mes e tifava per Conte che andava a trattare sul Recovery Fund. (Continua a leggere dopo la foto)

Per concludere, si torna ai giorni d’oggi, con Enrico in sella al Pd. Dopo gli scontri, e con i sondaggi in picchiata, proprio ieri, 30 maggio, si è lasciato andare anche a un commento lusinghiero per Salvini: “È un uomo vero”. Saranno stati felicissimi i suoi elettori di sentirglielo dire. Così come sarà stato felice lui di leggere un lungo editoriale di Alessandro De Angelis su HuffingtonPost dal titolo “Enrico Letta, le tasse e altre bandiere di un’agenda che non c’è. Fisco, Ius soli, Ddl Zan: la sinistra dichiarata ma non praticata di Letta che non impatta sul governo”. Una sintesi diremmo perfetta. (Continua a leggere dopo la foto)

Ricordiamo, infine, che Letta detiene il triste primato di ultimo Presidente del Consiglio ad aver aumentato l’Iva. È colui che nelle ore più buie a livello economico e sociale si è opposto fieramente alle riaperture, mostrando anche un certo disprezzo verso una classe media di autonomi, commercianti e partite Iva in ginocchio. E, ovviamente, ha difeso a spada tratta il coprifuoco. Contento il Pd del suo segretario, contenti tutti.

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