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L’economista tedesco che non si stupirebbe “se l’Italia decidesse di uscire dall’Ue”

Pubblicato il 07/05/2020 13:58

Anche varcati i confini si sono accorti del fatto che il comportamento adottato da tanti Stati dell’Unione Europea nei confronti dell’Italia, primo Paese colpito dall’emergenza coronavirus e per questo il meno preparato alla crisi che ne è conseguita, non sia stato particolarmente amichevole. La tanto sbandierata solidarietà tra membri dell’Ue è rimasta ancora una volta sulla carta, con buona pace di ancora crede in una collaborazione equa e fruttuosa. E anche in Germania qualcuno recita il mea culpa, come l’economista tedesco Daniele Stelter che, intervistato da Il Giornale, ha puntato il dito contro l’operato del suo stesso governo.

L'economista tedesco che non si stupirebbe "se l'Italia decidesse di uscire dall'Ue"

“Mi vergogno – ha detto Stelter senza troppi giri di parole – bloccare le medicine e le apparecchiature mediche, rallentare gli aiuti, sono senza parole”. L’economista ha poi analizzato una delle tante soluzioni in discussione in questi giorni, l’ipotesi che l’Italia finisca per introdurre una tassa patrimoniale, sostenendo che numeri alla mano è sì uno strumento che sarebbe possibile attuare, ma non per questo si rivelerebbe la scelta migliore. E il Mes? “L’Italia non rischierebbe di finire come la Grecia. Ma l’austerità rischia comunque di non essere d’aiuto, finendo piuttosto per amplificare il problema”.

La soluzione proposta da Stelter è allora quella di “riunire il 75% del debito dei Paesi dell’Eurozona pre-crisi in un fondo di rimborso del debito congiunto. Un fondo che sarebbe finanziato dalla Bce senza interessi e tutti i debiti del fondo non sarebbero più inclusi nel debito pubblico dei singoli Paesi partecipanti”. Una soluzione che permetterebbe una ritrovata comunione d’intenti e scaccerebbe via il rischio di nuovi, clamorosi strappi da parte degli Stati dell’Ue, Italia compresa: “Un’Italexit? Non è impossibile, si tratta di uno scenario non irrealistico. L’Ue e l’eurozona avranno tassi di crescita ancora più bassi nei prossimi anni, pertanto la situazione potrebbe non migliorare per l’Italia. Un’uscita dall’euro porterebbe nell’immediato un’altra, profonda recessione ma in seguito l’Italia potrebbe tornare a crescere”.

Ma allora, con queste premesse, cosa succederà all’Ue? Per Stelter “l’Unione deve riformarsi se vuole sopravvivere, e questo include anche la correzione dell’euro tramite la ristrutturazione del debito e potenzialmente una disgregazione ben organizzata dell’eurozona. Dubito che l’euro nella sua struttura attuale possa sopravvivere. Preferirei limitare il ruolo dell’Ue nel mercato comune, proteggere le frontiere e la difesa comune, mentre la maggior parte delle altre decisioni dovrebbero essere decentralizzate. Se si continua su questo passo, invece, non mi stupirei di vedere altre Brexit”.

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