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“Crescita del 16,1% nel trimestre? Errori nel valutare”. L’economista avverte il governo

Pubblicato il 31/10/2020 10:38 - Aggiornato il 31/10/2020 10:45

Un’analisi piena di errori e valutazioni poco credibili. Questo, secondo l’economista Riccardo Realfonzo, il giudizio sul Nadef del governo, la nota di aggiornamento presentata dal governo alle Camere contenente le previsioni economiche e finanziarie dell’esecutivo. Un documento preparato come peggio non si poteva, secondo il professore dell’Università del Sannio che, in un’intervista rilasciata ad Affari Italiani, ha spiegato: “Quanti errori e banalità nel valutare i dati Istat sul terzo trimestre. Le previsioni Nadef restano poco credibili. La caduta del Pil sarà a due cifre (certo non meglio delle previsioni Ocse e Fmi, intorno al -10,5%) e il debito sarà oltre il 160% del Pil a fine anno

"Crescita del 16,1% nel trimestre? Errori nel valutare". L'economista avverte il governo

Secondo Realfonzo, dunque, “il Nadef è da correggere e nel 2022 si porrà il problema della sostenibilità del nostro debito pubblico”. I dati, in realtà, ci dicono altro rispetto alle stime giallorosse. Il +16,1% del Pil fatto registrare nel corso del terzo trimestre raccontano di un Paese che ha fatto di tutto per rimettersi in moto. Ma l’aumento “è da considerarsi rispetto al trimestre precedente, il secondo, quando il Pil aveva registrato un drammatico calo (12,4% rispetto al trimestre precedente e del 17,3% in termini tendenziali), molto più grave di quello che si era verificato negli altri Paesi europei, in quanto l’Italia è stata oggetto di un lockdown totale”.

"Crescita del 16,1% nel trimestre? Errori nel valutare". L'economista avverte il governo

Vero, quindi, che i numeri sottolineano “una ripresa significativa, ma il dato statistico tradisce: il confronto viene fatto con un trimestre, in cui si è verificato un tonfo notevole. Il paragone più corretto invece è quello fra il terzo trimestre di quest’anno e quello del 2019, confronto che registra ancora un calo del livello di produzione (-4,7%, ndr). Nella nota di aggiornamento al Def (Nadef) il governo ha previsto una caduta del Pil nel 2020 del 9%, un dato considerato molto ottimistico alla luce delle previsioni degli altri centri studi internazionali. Se prendiamo le stime dell’Ocse, del Fmi e della Commissione europea abbiamo per l’Italia un calo di circa il 10,5%. Ora, questo risultato del terzo trimestre ci fa sperare che non si andrà peggio del 10,5%”.

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“Nelle loro previsioni, le stesse organizzazioni internazionali e la Banca d’Italia avevano elaborato anche dei wort case scenario (scenari peggiori, ndr) legati alla ripresa del Covid-19: -14% nel 2020 secondo l’Ocse, -13,5% secondo Via Nazionale e la stessa Nadef prevede che, in caso di una recrudescenza della pandemia, la previsione del calo del Pil potrebbe attestarsi attorno al 10,5%. Le dichiarazioni del ministro Gualtieri mi sembrano incoraggianti, però per noi tecnici sembrano soltanto un voler gettare il cuore al di là dell’ostacolo”. Realfonzo ha concluso sostenendo che “sfonderemo la soglia del 160% nel rapporto debito-Pil, una situazione ad oggi gestibile, perché da un lato abbiamo accantonato il Patto di Stabilità europeo e dall’altro lato possiamo soprattutto giovarci degli effetti delle politiche monetarie espansive della Bce. In futuro, però, dovremo fare i conti con questa situazione”.

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