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La Von Der Leyen “garante” degli acquisti delle armi? Una follia

Pubblicato il 20/03/2025 08:34

Fatemi capire: Ursula Von Der Leyen sarebbe la garanzia della corsa agli armamenti? E, sempre per capire, la Commissione si propone come centrale d’acquisto delle forniture militari come sul modello dei vaccini, “sempre che gli Stati lo vogliano”.
Ditemi che non è vero, che è solo una indiscrezione scritta dai giornali priva di fondamento, perché se fosse vero siamo oltre il ridicolo: siamo all’assurdo. Il solo fatto di consolidare una ipotesi del genere significa che non si conosce bene il profilo della Von Der Leyen e, soprattutto, che questa corsa agli armamenti con possibilità di infrangere qualsiasi tetto di spesa è funzionale a un business da capogiro (come se il settore avesse bisogno di spintarelle…) con l’aggiunta che controlli e trasparenza saranno sacrificati sull’altare del pericolo imminente.


Già il fatto di confermare il “modello vaccini” mi pare una frase priva di sostanza visto che – lo ha detto anche recentemente il ministro Giorgetti, persona abbottonatissima – proprio quella centrale unica di acquisto ha realizzato il risultato di ingrassare una sola multinazionale del farmaco (il più grande appalto mai concluso dalla Ue), di strapagare il farmaco, di comprarne dosi in quantità talmente eccessiva che l’emergenza era diventata come “smaltire” le dose scadute (col risultato di spedirle in Africa… Come siamo umani noi occidentali); in più abbiamo regalato una immunità sostanziale alla Pfizer su eventuali reazioni avverse o altro, nonostante in una audizione al parlamento europeo un’alta dirigente del colosso farmaceutico, Janine Small, avesse ammesso che prima di entrare sul mercato il vaccino non era mai stato testato sull’efficacia di fermare la trasmissione del virus.


Dopo questa dichiarazione, forse anche per evitare l’accerchiamento, per due volte il ceo di Pfizer Bourla rifiutò l’audizione davanti al parlamento di Bruxelles (a conferma di quanta paura faccia). Non è tutto. Bourla e la Presidente si sono ripetutamente opposti alla pubblicazione degli scambi via mail e via sms durante la formazione del contratto: per il manager, una opzione possibile; per lei no visto che la trasparenza è uno degli obblighi dei regolamenti europei. Risultato? Lady Ursula con la Commissione sono stati sanzionati dalla giustizia europea e lei si ritrova anche con una denuncia del New York Times proprio per aver negato l’accesso alla corrispondenza nel Pfizergate.
Il guaio è che la Von Der Leyen non è nuova a questi trucchetti di magia: quando ricoprì l’incarico di ministro della Difesa di un governo Merkel (a ogni governo della Merkel, la VDL era stata ministro: una “poltronara” da record), la signora fece sparire i messaggi del telefonino di servizio per evitare di rispondere a domande imbarazzanti di una commissione organizzata dalla Corte dei Conti tedesca su contratti da decine di milioni di euro a società di consulenza esterne, dopo che l’ufficio di revisione aveva riscontrato diverse irregolarità nelle modalità di aggiudicazione degli appalti. Di tutte queste vicende avevo scritto nel mio ultimo libro “Maledetta Europa”.
Ecco, a questa signora vorremmo affidare i contratti miliardari di rifornimento armi. Auguri.

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