Mentre il governo si affretta a cercare di riparare almeno ad alcuni dei suoi grossolani errori, approvando un Decreto Giustizia che tenta di riportare in carcere i boss mafiosi liberati durante la pandemia, la Lega sembra aver trovato un nuovo cavallo di battaglia: la lotta alla pornografia. Sì, avete capito bene. E se vi aspettavate che nel bel mezzo di una crisi economica senza precedenti le priorità fossero altre beh, peggio per voi. Nel testo appena approvato alla Camera c’è infatti un emendamento inserito dal partito di Salvini e del quale si è fatto sponsor il senatore Simone Pillon che dichiara guerra ai contenuti troppo spinti nei quali è possibile imbattersi navigando in rete.
L’articolo si intitola “Sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio” e, come spiegato dal Corriere della Sera che ne aveva anticipato i contenuti, prevede l’attivazione di un blocco su ogni collegamento Internet che eviti il contatto con materiale pornografico. Chi volesse posare ancora lo sguardo su filmati e video un po’ troppo piccanti potrà disattivare la singolare forma di controllo parentale con una richiesta, che deve partire dall’utente che ha firmato il contratto per accedere al servizio. Di conseguenza, dovrà per forza trattarsi di un adulto.
Se già la cosa può sembrarvi bizzarra così, sappiate che il rischio è anche quello di una battaglia legale intorno al nuovo sistema anti-porno della Lega. Alcuni contenuti, in base alla norma approvata il 24 giugno, sarebbero infatti bloccati in automatico, situazione che in passato si era verificata anche all’estero: trattandosi di censura, questi tentativi di controllo erano sempre stati stoppati, precedenti che fanno pensare a un esito analogo anche per l’iniziativa di Salvini & co.
A farsi carico dell’iniziativa, d’altronde, un nome non qualunque: quel Pillon che aveva fatto già discutere per le sue proposte di modifica alle leggi che regolano divorzio e affido condiviso, al punto da guadagnarsi il soprannome di “ultras della famiglia”. Contrario all’aborto, all’utero in affitto, alle famiglie omogenitoriali e molto preoccupato, a quanto pare, per la salute dei bambini che navigano in rete. Il Pd era contrario all’emendamento, ma visto i tempi stretti ha accettato di inserirlo. Contando forse proprio sul futuro schianto della norma contro gli scogli del diritto europeo e internazionale. Nel frattempo, chi ha urgenza, farebbe bene ad accumulare materiale su qualche hard disk esterno. Con questi chiari di luna, nemmeno la pornografia può dirsi al sicuro.
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