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Italia, studiare è un lusso per ricchi. Ecco cosa dicono i dati e come ci piazziamo in Europa

Pubblicato il 08/04/2024 18:45

Ancora una volta i dati sul costo della vita penalizzano pesantemente i cittadini italiani. Il nostro Paese è sempre più caro e gli stipendi restano quelli di 30 anni fa. La propensione al risparmio, dice l’Istat, è al minimo storico. Per un motivo preciso: il potere d’acquisto precipita e sempre più famiglie vanno in difficoltà. Gli aumenti e i salassi colpiscono sempre più spesso generi di prima necessità o addirittura mettono a rischio alcuni fondamenti della nostra Carta Costituzionale. I padri fondatori, quando hanno inserito il diritto allo studio in Costituzione, di certo non pensavano che fosse una prerogativa della fascia più ricca della popolazione, specie se si parla di istruzione superiore in quegli atenei che possono garantire buone possibilità di trovare lavoro al termine del ciclo di studi. Ogni giorno che passa le cose peggiorano e si blocca “l’ascensore sociale” che, in passato, ha dato la spinta alla crescita del Paese. Ora quell’ascensore, se c’è, viaggia al contrario. (continua dopo la foto)

Lo confermano i dati sui costi degli studi universitari. L’Italia è il Paese con la minor percentuale di laureati in Europa: il 21,9% contro il 32,5% dell’Unione Europea (dato del 2022). E visti i costi che le famiglie si trovano a sostenere per far studiare i propri figli, la cosa non può stupire. Da uno studio del Ministero dell’Università risulta che, negli ultimi 10 anni, le tasse universitarie hanno subito un incremento spaventoso. Per la prima volta, si è superata la soglia dei 2000 Euro annui per chi paga. Anche per assicurare gli studi agli esonerati per merito (pochi) e per reddito. Alcuni atenei hanno aumentato i costi anche del 25% in un anno. Le Università statali hanno contenuto gli aumenti a un più modesto 1,5%, ma il costo per frequentarle è di circa 1.500 Euro annui. E a questi numeri bisogna aggiungere, per gli studenti fuori sede, le spese ormai insostenibili per alloggi spesso introvabili o a stanze affittate a prezzi esorbitanti. (continua dopo la foto)

Ma sono i più ricercati e performanti atenei privati a costare uno sproposito. In media, un’Università non statale costa 4.427 Euro annui. Gli incrementi più alti, negli ultimi anni, si sono registrati negli atenei del Sud. Ma è al Nord che studiare è più caro. La Statale di Milano costa più di 2.000 Euro l’anno, lo stesso per le Università pubbliche di Varese e di Pavia. Fra i 25 e i 29 anni i laureati italiani nel 2022 ammontavano al 31,2% della popolazione in quella fascia di età contro il 41,2% nel resto d’Europa. Ma è soprattutto la differenza dei costi a impressionare. L’Italia, con una media di 1.592 Euro a testa, è uno dei Paesi dove è più caro accedere alla Laurea triennale in un’Università pubblica. Per capirci, in Francia si pagano 180 Euro l’anno (256 per il master) e in Germania 50. Stesso discorso per la Laurea Magistrale, che da noi costa agli studenti 1.733 Euro. Un dato di gran lunga più alto che nel resto del Continente. E a esserne penalizzati non sono solo i ragazzi, ma tutto il sistema Paese.

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