x

x

Vai al contenuto

“L’Italia deve rinunciare ai soldi del Pnrr!”. Ora a dirlo è anche il giornale più insospettabile (che inchioda Draghi)

Pubblicato il 06/04/2023 10:01

L’Italia farebbe bene a rinunciare ai soldi presi in prestito dall’Europa con il Pnrr? Finora ad avanzare questa teoria erano state poche voci, considerate “fuori dal coro”, mentre la maggior parte dei media mainstream, per vocazione vicini a Bruxelles, continuavano a sostenere il contrario. Ma di fronte alla crescenti difficoltà di gestione di un piano difficile da realizzare, e nella consapevolezza della rigidità dei vincoli Ue, ecco che di colpo in tanti, spinti dal buonsenso, stanno rivedendo la propria posizione. Tra questi, udite udite, Repubblica, testata non certo ostile, solitamente, all’Unione Europea. E che ha però dato spazio in queste ore a un articolo firmato da Tito Boeri e Roberto Perotti dal titolo “I nostri errori sul Recovery”, all’interno del quale si legge: “Il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari ha ragione nel proporre di rinunciare a tutti o parte dei 123 miliardi presi in prestito con il Pnrr”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Tre milioni di immobili esentati”. Case, ecco chi non dovrà ristrutturare secondo la direttiva Ue

Gli autori dell’articolo si chiedono, piuttosto, dove fosse il leghista “quando il Parlamento ha deciso di chiedere tutti quei soldi alla Commissione Europea su proposta di un governo di cui faceva parte”. Sottolineando poi come al momento di avanzare la domanda, il presunto “esecutivo dei migliori” di Mario Draghi abbia pensato a chiedere una somma più alta possibile senza porsi il problema di come realmente spenderla. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> Lieta sorpresa per Mario Giordano. Il giornalista esulta: “La verità paga”. Asfaltati Floris e Berlinguer

“Nessun Paese, tantomeno l’Italia, è in grado di spendere così tanti soldi in così poco tempo, anche a causa dei tempi tecnici”. L’errore, quindi, non è oggi di Meloni & co., da tempo impegnati in acrobazie d’ogni tipo per aggiungere nuove voci di spesa, ma di chi all’epoca non si pose minimamente il problema. Ovvero, quel Mario Draghi che di Bruxelles è totem e che ancora una volta ci ha spinto a vincoli svantaggiosi con l’Ue. (Continua a leggere dopo la foto)

Inoltre, Repubblica sottolinea come si sia scelto di “spendere decini di miliardi di euro sulle voci più semplici e più gradite all’ideologia dominate a Bruxelles, senza chiedersi se fossero le nostre vere priorità”. Esempi? I 40 miliardi destinati a una generica “digitalizzazione” del Paese, quando invece alle periferie e al miglioramento della qualità della vita sono state destinate somme molto inferiori.

Ti potrebbe interessare anche: “Non potete farlo”. Pnrr, l’Europa getta la maschera: come si prende la nostra sovranità in cambio dei soldi