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Europa, tutti contro l’Italia. Dopo Germania e Francia, ci si mette anche la Spagna. Cosa sta succedendo

Pubblicato il 10/11/2023 11:45 - Aggiornato il 10/11/2023 11:51

Ancora una volta Francia e Germania sembrano essere riuscite, alleate, a mettere l’Italia all’angolo. Questa la sensazione che emerge dal nuovo Patto di stabilità, molto più simile alle richieste di Parigi e Berlino che a quelle di Roma. L’ultima proposta della presidenza spagnola del Consiglio Ue, presentata all’Ecofin, ha messo nero su bianco la cosiddetta “zona di atterraggio” concordata tra i 27 Paesi membri, in cui vengono garantiti criteri più stringenti sul rientro del deficit e del debito. A guidare le trattative, seguendo un copione già visto e rivisto, è stato l’asse franco-tedesco, con la Spagna nel ruolo di mediatore. L’italia ha ottenuto un unico risultato positivo: sarà dato peso agli investimenti fatti dal nostro Paese nella difesa, con possibilità di allungare il periodo del paino nazionale di rientro. Le buone notizie, però, sono di fatto già finite. (Continua a leggere dopo la foto)
L’Europa punta i piedi perché l’Italia ha fatto saltare il tavolo

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L’Italia non si è infatti detta disponibile a firmare qualsiasi accordo sul Patto di stabilità e ha sottolineato come, alla fine, tornare alle vecchie regole non sia il male assoluto. Roma pretende che gli impegni presi siano rispettati, ma non vuole per questo trovarsi costretta ad accordi troppo ingenerosi. (Continua a leggere dopo la foto)

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Ecofin, tutti contro l’Italia. Dopo Germania e Francia, la Spagna

Come spiegato dal Tempo, l’Italia sta dunque partecipando con spirito positivo, ma alcune proposte non sono affatto andate giù ai nostri rappresentanti. Insomma, Roma non accetterebbe una firma a tutti i costi e piuttosto, è il ragionamento, se si deve andare in una direzione che è sfavorevole, è meglio tornare alle regole precedenti, che già si conoscono. (Continua a leggere dopo la foto)

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La ministra dell’Economia spagnola, Nadia Calviño, ha riferito “di non aver sentito queste osservazioni da nessuno Stato membro nelle ultime settimane. Al contrario, quello che abbiamo sentito è stato un impegno molto forte ad adottare le nuove regole e un forte appello da parte di tutte le istituzioni”. La bozza non è comunque chiusa e i lavori proseguono.

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