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Insetti a tavola e addio famiglia tradizionale: come sarà l’Europa del futuro

Pubblicato il 06/05/2022 09:56

Un’Europa sempre più lontana dalle sue radici cristiane, impegnata in una dura battaglia per pensionare definitivamente l’idea di una famiglia tradizionale e abolire la classica dicitura “mamma e papà” da ogni possibile pratica burocratica. E decisa da un lato a continuare la sua guerra al made in Italy, dall’altro a portarci in tavola “rivoluzionarie” scuole estere, a partire dai pasti a base di insetti. Questo il quadro delinato dall’ultima Conferenza sul futuro dell’Europa, un evento che tra l’altro ha visto una bassissima partecipazione da parte dei cittadini (poco meno di 675 mila sui 446 milioni che abitano il Vecchio Continente).

Come riassunto da Francesco Giubilei sulle pagine de Il Giornale, tra le quarantanove proposte approvate dalla Conferenza ce ne sono diverse che fanno storcere il naso, e non poco. Nel documento, innanzitutto, non c’è alcun riferimento alle radici cristiane dell’Europa, segno di una visione del continente totalmente secolarizzata. E si pone fin fa subito particolare attenzione agli insetti, risorsa preziosa per il futuro alimentare, con particolare riferimento a quelli “autoctoni” e agli “impollinatori”.

C’è poi il famigerato Nutriscore, tema sul quale si è tornati a insistere. Un sistema di valutazione “a livello europeo per gli alimenti trasformati” che ha fatto ben capire, fin dal suo annuncio, la sua reale natura: colpire ulteriormente i prodotti italiani, particolarmente invisi a Bruxelles. Il tema dell’ambiente, all’interno del documento, si trasforma poi nell’occasione per chiedere maggiori poteri all’Unione Europea a scapito dei singoli Stati, così da rendere le istituzioni Ue ancora più autonome.

Nel testo non si parla mai di famiglia, ma sempre di “famiglie” al plurale e senza mai utilizzare espressioni classiche come “mamma” o “papà”. Sul fronte immigrazione, l’attenzione è invece tutta sui diritti dei migranti, senza affrontare il problema di come gestire l’eccesso di flussi in entrata e aiutare i Paesi (guarda caso, l’Italia) che si trovano più in difficoltà su questo fronte e ai quali nessuno continua a tendere la mano.

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