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Indennizzi per vaccino Pfizer, partono le cause delle “vittime”. Cosa succede ora e le risposte dell’azienda

Pubblicato il 16/05/2024 11:35

Tutti gli occhi sono ora puntati su Astrazenecza dopo che l’azienda ha ritirato dal mercato il suo vaccino contro il Covid e dopo che in tribunale ha ammesso la correlazione tra il suo prodotto e alcuni effetti gravi come le trombosi che hanno ucciso, tra gli altri, anche la giovanissima Camilla Canepa. Ma questo non deve distogliere l’attenzione dagli altri, Pfizer in testa. Perché sono tanti i danneggiati dal vaccino americano che stanno provando a ottenere un risarcimento, come è successo per alcune delle vittime di Astrazeneca. Per ora, però, senza successo. Anche perché Pfizer, ovviamente, nega ogni responsabilità. Eppure gli effetti avversi dopo l’inoculazione sono tanti, e gravissimi. Dall’ictus alle trombosi, per passare dalla sterilità. Patrizia Floder Reitter è tornata a raccontare le vicende di alcune di queste persone su LaVerità. C’è chi dopo la prima dose di Pfizer, a 79 anni, ha avuto un ictus, eppure lo hanno vaccinato una seconda e una terza volta: oggi sopravvive con una emi-paresi destra, disfunzione agli arti, tremori e difficoltà a parlare. Il suo avvocato, Renato Mattarelli, ha presentato domanda di indennizzo all’Asl e richiesta di risarcimento danni a ministero della Salute, Aifa e Pfizer. “Il nesso causale fra vaccinazione e ictus era evidente, poiché l’attacco ischemico è cronologicamente dimostrato così come è oramai noto che la reazione trombotica dell’ictus è evento avverso censito dopo la campagna vaccinale”. Cosa successe dopo? (Continua a leggere dopo la foto)
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Nella struttura dove viene ricoverato dopo l’ictus per eseguire la riabilitazione somministrano a questo povero anziano la seconda dose Pfizer, rischiano di spedirlo all’altro mondo visto l’esito della prima dose. Passa del tempo, il signore compie 80 anni e gli fanno anche la terza dose in quanto “soggetto a rischio” secondo le regole di Speranza. L’avvocato Mattarelli non sta seguendo solo il suo caso, ma anche altri. E potrebbero essere molti di più se si fosse fatta una campagna d’informazione corretta sui danni da vaccino Covid e se si fosse fatta una vera farmacovigilanza attiva. Tra i tanti, Mattarelli racconta anche la condizione di sofferenza in cui si trova una ragazza che, dopo aver fatto due dosi di Pfizer e il booster con Moderna, a 24 anni, le viene diagnosticato lo “scollamento pericardico a carico della parete laterale del ventricolo sinistro e di dubbia falda di versamento pleurico sinistro”. Oggi la giovane ha 27 anni e ancora non riesce a salire le scale, a fare camminate, ogni sport le è interdetto. (Continua a leggere dopo la foto)

Ancor peggio è la situazione di un’altra ragazza, vaccinata a 32 anni con una prima dose di Pfizer. Subito dopo la somministrazione ebbe una reazione trombotica importante a livello del fegato. Ricostruisce Floder Reitter: “La signora dichiarò che assumeva la pillola anticoncezionale, le dissero che era ininfluente eppure ebbe una grave reazione avversa”. Ancora oggi – racconta l’avvocato – le sconsigliano di programmare future gravidanz. Lui ha scritto a Pfizer Italia. La risposta? “Pfizer comprende la situazione del suo cliente. Tuttavia, non riteniamo che Pfizer sia responsabile di eventuali sintomi manifestati dal suo cliente o che esistano le basi per un’offerta di indennità da parte di Pfizer”. Ma la lotta continua. Deve continuare.

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