Sarà un’IMU a macchia di leopardo, quella che verrà versata dai cittadini nel 2024. L’Imposta municipale unica, infatti, conoscerà un cambio delle aliquote d’imposta in conseguenza del nuovo decreto del Ministero dell’economia e delle finanze dello scorso 7 luglio. Proprio tale decreto indica come i Comuni potranno diversificare le varie aliquote. In realtà lo stesso decreto ha, a sua volta, ufficialmente attuato l’articolo 1 del comma 756 della Legge 160 del 2019. Ora, approfondiamo dapprima questa norma di quattro anni fa, poi inserita nella legge di Bilancio del 2020. Statuiva, infatti, che i singoli Comuni possano diversificare le aliquote basandosi unicamente sulle casistiche individuate dal Ministero delle Finanze attraverso un apposito decreto. Decreto che è stato, infine, deliberato lo scorso 7 luglio. Tipicamente uno dei problemi di questa imposta è sempre stata la differenziazione di aliquote tra i Comuni, legate alle diverse e disomogenee casistiche tra un Comune e l’altro, generando un numero elevato di provvedimenti. Vediamo, dunque, cosa cambierà nel dettaglio dal 2024. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> Fedez contro Fratelli d’Italia: “È tutto falso!” Esplode lo scontro e per il rapper non finisce bene (VIDEO)
Che succederà dal 2024
Saranno i Comuni, dunque, a scegliere se e come differenziare le aliquote per l’imposta sulla casa. Ogni Ente Locale potrà scegliere tra due strade, come leggiamo anche sul portale specializzato Quifinanza. Da una parte vi saranno i Comuni che intendano fare propria la facoltà andando a diversificare le aliquote, tenendo conto dei cardini di in termini di “ragionevolezza, proporzionalità e adeguatezza”. Diversamente vi saranno quei Comuni che non intendano diversificare le loro aliquote IMU, andando a formulare una delibera, in cui vengano approvate le aliquote IMU, enunciate nel decreto di riferimento. Ogni Comune dovrà deliberare una propria preferenza d’azione, entro e non oltre la data fissata al 14 ottobre 2024, per permettere al ministero dell’Economia di pubblicare entro il 28 ottobre di ogni anno le nuove aliquote di pagamento Imu deliberate. Inoltre, nel caso in cui la delibera non dovesse essere pubblicata entro il 28 ottobre – ancora dell’anno di riferimento – verranno applicate le aliquote Imu che sono state applicate nel corso dell’anno precedente. Una mancata definizione delle nuove aliquote Imu con la conseguente delibera comunale avrà come conseguenza la corresponsione delle aliquote base stabilite a livello nazionale. Non cambiano le modalità, invece: si dovrà procedere con il versamento dell’imposta utilizzando il Modello F24, così come avveniva nel corso degli anni scorsi. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “Una stangata”. Le scelte dell’Europa ci costano caro: ecco le prime conseguenze per imprese e famiglie
Le città più care e quelle meno care
Con le novità messe a punto nel Mef attraverso il decreto del 7 luglio, chi è proprietario di una seconda casa a Roma si vedrà aumentare l’imposta in media di 2.064 euro, secondo le prime proiezioni. A seguire Milano, che presenterà un aumento medio dell’importo dell’Imu, pari a 2.040 euro, mentre per la città di Bologna l’aumento medio si assesterà sui 2.038 euro. Genova presenterà un incremento medio dell’importo dell’Imu pari a 1.775 euro, mentre a Torino l’aumento medio sarà pari a 1.745 euro. In altre città l’aumento sarà meno, molto meno, elevato. Esigui aggiustamenti a Sondrio con più 674 euro, a seguire Crotone con un aumento medio di 672 euro, Catanzaro con un più 659 euro, Gorizia con un incremento pari a 585 euro e Asti con 580 euro in più. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “Idiota”. Ryanair contro il governo italiano, l’annuncio choc della compagnia dopo il decreto voli
Imu 2023, la seconda rata è più pesante
Il prossimo 16 dicembre è in calendario il pagamento della seconda rata di saldo Imu 2023. E sarà più alto per molti. Per consentire al Mef di pubblicare entro il 28 ottobre di ogni anno le nuove aliquote di pagamento Imu deliberate, i Comuni devono trasmetterle entro il termine del 14 ottobre dello stesso anno e in via telematica. Anche per il 2023 è confermata, inoltre, l’esenzione di circa 19 milioni di abitazioni in cui “il soggetto passivo e i componenti del suo nucleo familiare risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente”. Un’altra novità del 2023 interessa, infine, gli immobili occupati abusivamente, che sono esentati dall’Imu se è stata fatta denuncia o iniziata un’azione in sede penale.
Potrebbe interessarti anche: “Torna Giletti ma non dove ve lo aspettate”: lo scoop sul conduttore, dove lo vedremo (presto)