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Ecatombe Italia: 73mila imprese a rischio chiusura. Tragedia nel settore servizi

Pubblicato il 15/05/2021 12:10

Un dato che fa davvero paura: 73mila imprese a rischio chiusura. Vale a dire il 15% del totale. Di queste, quasi la metà si trovano al Centro-Sud. 19.900 sono infatti nel Mezzogiorno e 17.500 nelle regioni centrali. I settori con più aziende a rischio chiusura sono quelli dei servizi (17%) e manifattura (9%). Come spiega Il Sole 24 Ore, “le 73mila aziende che potrebbero uscire dal mercato sono quelle che hanno forti difficoltà a resistere alla selezione operata dal Covid come risultato di una fragilità strutturale dovuta ad assenza di innovazione (di prodotto, processo, organizzativa, marketing), di digitalizzazione e di export, e di una previsione di performance economica negativa nel 2021”. (Continua a leggere dopo la foto)

A fotografare gli effetti della crisi sulle imprese italiane è una ricerca congiunta realizzata da Svimez e centro studi delle camere di commercio Guglielmo Tagliacarne-Unioncamere. “Dall’indagine emerge, oltre a una differenziazione marcata tra Nord Est e Nord Ovest, anche la fragilità di un Centro che si schiaccia sempre più sui valori delle regioni del Sud – commenta il direttore Svimez, Luca Bianchi – I diversi impatti settoriali, con la particolare fragilità di alcuni comparti dei servizi, impongono, dopo la prima fase di ristori per tutti, una nuova fase di interventi di salvaguardia specifica dei settori in maggiore difficoltà, accompagnabili con specifiche iniziative per aumentare la digitalizzazione, l’innovazione e la capacità esportativa delle imprese del Centro-Sud”. (Continua a leggere dopo la foto)

Quasi la metà (48%) delle imprese italiane è fragile (non innovative, non digitalizzate e non esportatrici). Al Sud arrivano al 55%, per quasi il 50% al Centro, per il 46% e il 41% rispettivamente nel Nord-Ovest e nel Nord-Est. Nel comparto manifatturiero sono fragili in Italia il 31% delle aziende, che salgono al 39% nel Mezzogiorno. Il 30% delle imprese dei servizi e il 22% di quelle manifatturiere italiane dichiarano aspettative di fatturato in calo anche nel 2021, un chiaro segnale che la crisi non è affatto finita. Incrociando dinamiche settoriali e territoriali emergono due fatti principali.

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