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“Il simulatore dell’Apocalisse” è realtà. Putin si prepara alla Guerra Atomica e si sente in vantaggio. Ecco perché

Pubblicato il 14/03/2024 16:05

Dalle parti del Cremlino, ma non solo, la Guerra Nucleare non è più vista come qualcosa di impensabile. Se ne parla sempre più spesso, sia in Oriente, sia in Occidente. La speranza è che si tratti di schermaglie da Guerra Fredda. Ma il susseguirsi degli eventi aumenta le preoccupazioni. Soprattutto di fronte alla notizia, pubblicata in anteprima su Repubblica con una approfondita analisi di Gianluca De Feo, secondo cui gli scienziati dell’Accademia militare Generale Khrulev avrebbero brevettato uno strano ordigno, una sorta di “Simulatore dell’Apocalisse”, che riprodurrebbe gli effetti di un’esplosione nucleare tattica – ma senza il rilascio di radiazioni. Il punto, però, è che la realizzazione di un simile manufatto segna un altro passo verso la possibilità di un conflitto. Perché, spiega De Feo, serve a “preparare le forze terrestri sovietiche per operazioni causate dallo scoppio dell’atomica”. (continua dopo la foto)

La nuova arma sovietica sarebbe formata da un insieme di tritolo, liquidi infiammabili e sostanze chimiche. Calibrati in modo da riprodurre con la maggiore precisione possibile le esplosioni di Hiroshima e Nagasaki. Ed è significativo che a dare la notizia della costruzione del Simulatore sia stata la Tass, agenzia ufficiale di stampa Russa. Secondo De Feo, sono due le preoccupazioni principali degli osservatori occidentali. La prima riguarda la volontà sovietica di prepararsi, e di preparare le proprie truppe, a combattere nel bel mezzo di un Olocausto Nucleare. La seconda, che viene di conseguenza, l’evidenza che il pensiero di Vladimir Putin sul nucleare sarebbe mutato. E non in meglio. Secondo il giornalista del quotidiano romano, lo Zar ritiene di avere due vantaggi rispetto ai suoi potenziali avversari. Il primo è una supposta superiorità negli armamenti. (continua dopo la foto)

I suoi vertici militari “danno scarsa considerazione all’arsenale di ordigni tattici americani come minaccia significativa”, scrive De Feo. “I Russi avrebbero sviluppato una serie di opzioni a corto, medio e lungo raggio che gli danno la convinzione di un vantaggio nella gestione della crisi, nell’escalation e nel potere di imporre l’esito di un conflitto”. In secondo luogo, sono convinti che “l’Occidente non abbia davvero la volontà di usare la Bomba Atomica o di sostenere perdite enormi in un conflitto”, spiega il giornalista. “Il che irrobustisce ulteriormente la dottrina e il pensiero aggressivi dei Russi sull’uso di queste armi”. Infine, i Paesi della Nato si troverebbero di fronte a lunghe negoziazioni e alla protesta dei loro cittadini. “Mentre in Russia”, scrive De Feo, “il regime può decidere subito, senza fare i conti con leggi, procedure parlamentari e sostegni politici. Un potere assoluto, che impugna duemila testate tattiche”.

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