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Il Mose e quel test segreto “annullato perché troppo rischioso”. Tutta la verità su un’opera inutile

Pubblicato il 26/12/2019 10:36

Un caso che si era trasformato in una sorta di mistero, quello di un test, vero o presunto, per l’attivazione del Mose, la discussa opera pubblica che avrebbe dovuto proteggere Venezia dagli allagamenti e di fatto mai entrata in funzione. Si era parlato di una prova andata in scena al Lido lunedì 23 dicembre, durante un’emergenza che aveva visto l’acqua di nuovo farsi minacciosamente alta. Ma di comunicazioni ufficiali, in merito, neanche l’ombra. Alla fine è stata Cinzia Zincone, provveditore alle Opere pubbliche del Triveneto a rompere il silenzio e spiegare come sono andate davvero le cose.

Il Mose e quel test segreto "annullato perché troppo rischioso"

Il test a quanto pare era stato realmente previsto, in una giornata che aveva visto l’acqua arrivare a toccare i 150 cm. Poi, però, è scattato il dietrofront con annullamento. Al Fatto Quotidiano, il provveditore ha spiegato: “Nella serata di lunedì è arrivata un’ultima relazione in cui i benefici erano indicati come piuttosto modesti. Potendo innalzare solo la barriera di Treporti, era stato calcolato un beneficio limitato all’abbassamento del livello d’acqua di circa 5 centimetri. Ma considerando altri fattori si poteva arrivare solo a uno-due centimetri. Anche perché con una marea prolungata l’acqua avrebbe avuto il tempo di entrare in laguna dalle altre bocche”.

Il Mose e quel test segreto "annullato perché troppo rischioso"

Un innalzamento parziale delle paratoie del Mose, insomma, non servirebbe a nulla e provocherebbe troppi rischi: “La marea sarebbe durata molto tempo e mancando i compressori si sarebbe impiegato molto tempo a sollevare le paratie. Inoltre, mancando pure i generatori di emergenza, l’opera sarebbe diventata ingovernabile in caso di calo di corrente elettrica”.

Il Mose e quel test segreto "annullato perché troppo rischioso"

Non esseno del tutto pronto, quindi, il Mose è stato lasciato fermo, immobile, come è sempre stato di fronte alle emergenze che hanno colpito la città di Venezia nelle scorse settimane. Sei miliardi di euro già spesi per un’opera ancora non in grado di funzionare, neanche in maniera parziale. Con i veneziani costretti a fare i conti con l’acqua alta anche a Natale.

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