Vai al contenuto

Il Green Pass nasce morto?

Pubblicato il 06/08/2021 15:55

di Gabriele Guzzi.

Il green pass è stato introdotto principalmente per tre ragioni: avrebbe ridotto il contagio, avrebbe fermato la proliferazione delle varianti, avrebbe finalmente fatto finire l’incubo di lockdown e restrizioni.

Possiamo dire che il green pass è nato morto.
Vediamo nel dettaglio.

1) Come oramai sostengono la maggioranza dei virologi, il vaccino non ferma né il contagio né la diffusione del virus. Probabilmente riduce entrambi di una percentuale, che ancora non conosciamo con esattezza.

2) Una vaccinazione di massa ad epidemia in corso, come ci avevano detto mesi fa (quando dovevano convincerci che era giusto un nuovo lockdown), ha buone probabilità di incentivare la proliferazione di varianti resistenti al vaccino. Questa notizia, che era scomparsa dal discorso pubblico, oramai è riconosciuta di nuovo apertamente da quasi tutti i virologi e dagli stessi giornali. Anche in Italia, è stato riconosciuto dal prof. Andreoni in un intervento su Repubblica del 29 luglio e dallo stesso Burioni in un tweet del 3 agosto. Burioni ha poi tentato di dire che in realtà la sua posizione implicherebbe una vaccinazione di massa molto veloce da fare a tutti proprio per ridurre al minimo il contagio e quindi la proliferazione delle varianti. Con 7 miliardi di persone, di cui la metà non ha accesso al vaccino, e con una efficacia dello stesso di 6-9 mesi, pensare di creare, non dico nel mondo, ma in una singola nazione una popolazione con il 90% di immunizzati contemporaneamente è una utopia logistica prima che immunologica.

3) In Israele, patria della vaccinazione militarizzata che “cepiacetanto”, si ritorna a parlare di lockdown. In Occidente, sta gradualmente venendo alla luce che un ciclo vaccinale completo non basta, che la copertura potrebbe durare pochi mesi, e che servirebbe una terza dose (per ora). La prospettiva verso cui stiamo andando è una gestione delle cose e delle persone permanentemente e radicalmente diversa da quella che abbiamo imparato a conoscere nelle democrazie liberali moderne. E su questo il green pass svolge una funzione di accelerazione. (Continua dopo la foto)

Ricapitoliamo. Il vaccino, ad oggi, sembra avere una grande efficacia nella riduzione delle ospedalizzazioni, soprattutto per i soggetti a rischio. Ha una percentuale non chiarita di riduzione della diffusione del virus, che però non dovrebbe creare danni rilevanti ai già vaccinati, in quanto coperti dalle evoluzioni più gravi. Non ostacola la proliferazione delle varianti, anzi probabilmente la incentiva.

Dinanzi a questo scenario la vaccinazione di massa imposta surrettiziamente non presenta un livello adeguato di proporzionalità rispetto alla sottrazione delle libertà e dei diritti sociali fondamentali riconosciuti dalla nostra Costituzione. Non si tratta di complottismo, ma di un’analisi di ragionevolezza sui fondamentali del nostro ordinamento giuridico.

Aggiungiamo anche che il vaccino, come ogni farmaco, produce effetti collaterali. E che di questo vaccino, come affermano le stesse case produttrici, non si conoscono pienamente gli effetti a lungo termine, soprattutto per le fasce più giovani (c’è stata una sperimentazione su un campione troppo piccolo). E che proprio per questo lo Stato ti fa firmare un consenso informato dinanzi ad un obbligo surrettizio. E che le autorità scientifiche di importanti paesi al mondo sconsigliano la vaccinazione per i minorenni (mentre da noi non solo la consigliamo ma la obblighiamo). E abbiamo il quadro completo.

La questione non è vaccinarsi o meno. Ma la facilità con cui la nostra cultura ha scambiato una parte fondamentale, un nucleo etico-politico, della nostra Costituzione a fronte di un beneficio sociale su cui la stessa comunità scientifica non è concorde.

E’ questa facilità che a me, personalmente, preoccupa.

Io penso, in accordo con la Costituzione, che una limitazione alla libertà personale per motivi di salute pubblica può essere introdotta per legge. Questo significa che bisogna scrivere su una legge il perché e il fino a quando. Mi devi spiegare scientificamente e su una legge la posizione scientifica a fondamento di questa misura drastica e i tempi certi che delimitano questa decisione. Il punto però è che nella verità si ragiona a rinnovi semestrali dello stato di emergenza, senza uno scenario di conclusione, e che il discorso a fondamento delle decisioni del governo cambia ogni settimana, ed è proprio questo stordimento in cui precipitiamo come opinione pubblica a creare quella forma di confusione e di passivizzazione collettiva che poi ci fa ingurgitare ogni decisione, anche la più irragionevole. Ce lo ha spiegato Chomsky. (Continua dopo la foto)

La prova che il popolo italiano non è individualista dinanzi ad una emergenza (come una certa sinistra sostiene) sono gli ultimi 18 mesi delle nostre vite, dove abbiamo fatto lockdown e abbiamo accettato di non salutare i nostri cari in punto di morte senza fiatare.

Il punto è il fino a quando, una motivazione scientificamente certa che questa limitazione delle libertà produca benefici proporzionali. Questo, ad oggi, non c’è. E quindi il green pass rappresenta, ad oggi, un nuovo paradigma di governo. Se vi piace, ci può stare, lo capisco. Ma lasciateci pensare che la libertà sia un nucleo fondamentale e non facilmente barattabile delle società in cui vogliamo vivere.

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure