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“Il biliardino è un gioco d’azzardo”. Ecco cosa si è inventato il governo per spremere gli italiani

Pubblicato il 22/06/2022 09:59

Al momento dell’insediamento del governo Draghi, tra gli osanna della gran parte delle forze politiche italiane, la stampa si era affrettata nel cercare un nome altisonante da appiccicare all’esecutivo, sottolineandone la presunta grandezza. Alla fine si era optato per “governo dei migliori”, nome che col senno di poi suona quanto mai inadattato, grottesco. Sì perché nel frattempo l’ex presidente della Bce e i suoi fedelissimi si sono dimostrati lontani anni luce dai reali bisogni degli italiani, ben più attenti a compiacere, di volta in volta, l’Ue, gli Usa, le banche e le multinazionali. Accanendosi invece contro i cittadini a ogni occasione possibile, come dimostrato dalle ultime, assurde decisioni.

Nel mirino dell’Agenzia delle Dogane, senza che Draghi & co. abbiano mosso un dito, è infatti finito, udite udite, uno dei simboli per eccellenza dell’estate italiana, il biliardino (o calciobalilla che dir si voglia). Insieme al flipper, altro immortale protagonista di tante vacanza passate in qualche stabilimento in riva al mare, è stato colpito da una nuova tassa che, di fatto, lo equipara al gioco d’azzardo. Il decreto, entrato in vigore a giugno, fissa anche multe salatissime per chi farà divertire i clienti tramite dispositivi non autorizzati: fino a 4 mila euro di ammenda.

La notizia ha iniziato a circolare soltanto ora, con gli stabilimenti che iniziano ad aprire gli ombrelloni per accogliere i turisti. In molti si sono accorti che gli storici biliardini erano di colpo scomparsi nel nulla, cancellati con un colpo di spugna. Una scelta sadica dei gestori? Macché. Piuttosto il tentativo disperato di evitare multe. Fino allo scorso anno, i calciobalilla erano esenti dal pagamento dell’imposta sugli intrattenimenti applicata ai giochi a pagamento con vincita di premi. Il decreto n. 65 del 18 maggio 2021 ha invece previsto che anche i locali in possesso di biliardini e flipper debbano versare la tassa, che ammonta all’8% dell’imponibile medio forfettario oltre al limite Iva e dotarsi della conseguente autorizzazione da parie dell’Agenzia delle dogane e dei Monopoli.

Dal primo giugno 2022, dice il decreto, anche gli apparecchi che non erogano vincite in denaro o tagliandi possono essere installati solo se dotati di un “nulla osta di messa in esercizio”. Entro il 30 aprile, dunque, i gestori avrebbero dovuto fare la richiesta del titolo autorizzativo all’Agenzia delle Dogane, con un iter simile a quello necessario per i videopoker. In molti, spaventati dall’idea di multe salate, hanno preferito rinunciare, portando via il biliardino dal proprio stabilimento dopo tanti anni di onorato servizio. Un simbolo della nostra estate spazzato via da un decreto, senza una reale motivazione. E c’è chi ancora ha il coraggio di parlare di “governo dei migliori”.

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