Sono “idonei” per tutti i ministeri, ma le assunzioni non partono. Che ne sarà degli impiegati che hanno vinto il concorso in 35mila? Per loro niente lavoro e scadenza delle prerogative, per ventimila tra questi, tra febbraio e maggio del 2024. I primi, a febbraio, saranno i quindicimila candidati ritenuti idonei come futuri funzionari amministrativi. L’incredibile pasticcio origina da una distinzione semantica, potremmo dire, tra il termine “idonei” e il termine “vincitori”, nel senso che il loro punteggio nelle graduatorie non era così alto da garantire l’assegnazione immediata dei posti previsti dai quattro concorsi “unici” banditi tra il 2021 e il 2022. Come si ricorderà, dopo ben 11 anni di blocco delle assunzioni, per via della pandemia da Covid-19, era emersa l’urgenza di integrare nuove figure di impiegati pubblici, a tutti i livelli: infatti, la caratteristica dei concorsi “unici” era precisamente quella di essere banditi per avere un numero elevato di candidati idonei “polivalenti”, da mettere subito a disposizione di un ampio numero di amministrazioni centrali. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il nodo degli emendamenti
Dunque, sinora, solo un ingente impiego di risorse pubbliche, per organizzare i concorsi, e mesi di studio dei candidati che, sinora, non sono serviti a nulla. I sindacati di settore Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, e una delegazione di parlamentari del Pd, qualche giorno fa hanno chiesto audizione a Montecitorio e, contestualmente, invocato un immediato intervento del governo. “Siamo pronti a scendere in piazza – ha dichiarato Mario De Masi, presidente del Cifa, il Comitato idonei funzionari amministrativi – se gli emendamenti che verranno presentati nei prossimi giorni dai parlamentari non verranno accolti”. Infatti, i parlamentari Dem hanno assicurato che presenteranno emendamenti per accelerare lo scorrimento delle graduatorie in tutti i provvedimenti utili, dalla legge di Bilancio al Decreto “Milleproroghe”. L’idea sottesa a tali concorsi unici era quella di selezionare anche oltre il fabbisogno immediato, assicurando altresì l’assorbimento graduale di chi avesse superato le prove con un punteggio adeguato ai vari servizi. E così, anche se lo scorso mese è stata sancita l’assunzione di 5.253 assistenti amministrativi, distribuiti tra diversi ministeri, sono ancora circa 30mila i candidati “idonei” ma ancora inoccupati, nonostante l’endemica carenza di personale nella Pubblica amministrazione. Inoltre, apprendiamo da la Repubblica che, secondo le stime dei sindacati, entro il 2026 circa trecentomila lavoratori del settore pubblico andranno in quiescenza. Attualmente l’età media dei dipendenti supera i 50 anni. (Continua a leggere dopo la foto)
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Scorrimento delle graduatorie e nuovi bandi
Ecco perché “scorrimento delle graduatorie e nuovi bandi non sono in competizione: servono entrambi”, sostiene Andrea Casu, deputato del Partito democratico, autore di una interpellanza al ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo. E ancora: pur se la richiesta è l’assunzione immediata, ove non fosse possibile, “si proroghino almeno le graduatorie in scadenza, per permettere così l’assorbimento di tutti gli idonei”, ancora nelle parole di Andrea Casu.
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