L’ipotesi, in realtà, sta circolando già da diversi mesi e riguarda una delle partite più importanti tra quelle che il governo ha intenzione di giocarsi: l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica. Missione difficile, perché l’attuale esecutivo dovrà faticare parecchio per arrivare a quel 2022 che vedrà la scadenza del settenario dell’attuale capo dello Stato, Sergio Mattarella. Ma d’altronde eleggere il prossimo inquilino del Quirinale è una delle principali motivazioni che rendono ancora unita una matassa giallorossa tutt’altro che organica. E non è detto, quindi, che il nobile fine comune non spinga tutti alla moderazione (a cambiare il Paese ci si penserà poi, non c’è fretta).
Ferma restando la volontà di arrivare all’appuntamento, su quale profilo si stanno orientando Pd, 5 Stelle e Italia Viva? L’ipotesi principale resta quella, clamorosa ma fino a un certo punto, di una conferma di Mattarella, sulla falsariga di quanto già accaduto con Giorgio Napolitano. L’ultimo segnale in questa direzione è arrivato da Enrico Letta, che a Tpi ha confessato a Luca Telese: “Vuoi un pronostico sul Quirinale? Vuoi il nome che nessuno osa pronunciare? Io te lo posso scrivere in un biglietto nero su bianco… Scommetterei qualcosa che alla fine andranno in ginocchio da Sergio Mattarella e gli chiederanno di fare un secondo settennato”.
In un momento storico così, d’altronde, i nomi capaci di unire anime quasi inconciliabili tra loro come quelle di questo esecutivo non possono che essere i più gettonati. Portato a casa l’accordo con l’Europa, con tanto di ingiustificate esultanze, Conte ha spostato un po’ più in là lo spettro della crisi. Tutelandosi, nel frattempo, in caso di eventuale tracollo dei Cinque Stelle, sempre più in difficoltà: i contatti con Forza Italia, che garantirebbe la sopravvivenza del governo, si sono non a caso fatti sempre più frequenti. E allora lui, Mattarella, pare a tutti il nome perfetto per chiudere al meglio l’avventura.
Alternative non ce ne sono, d’altronde. I Cinque Stelle e la Lega hanno interrotto completamente i rapporti e si guardano ormai come nemici: impossibile, dunque, che da una loro intesa arriva la maggioranza necessaria a eleggere il prossimo presidente. Di nomi in stile “Rodotà”, che possano entusiasmare l’elettorato grillino (sempre che esista ancora) non ce ne sono. Le alternative avanzate dalla parte rossa del governo, da Veltroni a Franceschini, sarebbero troppo vicine al Pd e il Movimento non saprebbe nemmeno cosa rivendicare in cambio. Mattarella, allora, pare a tutti la soluzione migliore. Anche a Letta, che pure sotto sotto un sogno nel cassetto lo conserva ancora.
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