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I 5 S bocciano la riforma dello Sport per fermare le ambizioni e l’inadeguatezza di Spadafora

Pubblicato il 04/08/2020 14:26

Il Movimento Cinque Stelle si è improvvisamente accorto di avere un grosso guaio, l’ennesimo, al proprio interno. Un problema che ha un nome e un cognome, Vincenzo Spadafora, ministro che ha visto interrompersi la propria personalissima scalata al potere a causa di una lettera improvvisa, quella attraverso la quale il partito ha preso le distanze dalla sua sua riforma dello Sport. Un fuoco amico che con tutta probabilità impedirà al testo di approdare al Consiglio dei ministri e che ha fatto di nuovo schizzare verso l’alto l’asticella della tensione in un Movimento che rischia di perdere per strada un altro pezzo.

I 5 S bocciano la riforma dello Sport per fermare le ambizioni e l'inadeguatezza di Spadafora

Un intervento dietro il quale si nasconde il tentativo di bloccare le mire dello stesso Spadafora, nonostante le rassicurazioni pentastellate: “Nessuna notte dei lunghi coltelli”. Il vero obiettivo, invece, è chiaro. Spingere il ministro, ovviamente piccato dall’imprevista doccia fredda, a fare un passo indietro. E impedire così che si erga a polo fondamentale per gli equilibri dello sport italiano, svolgendo il ruolo di mediatore tra il Coni e l’agenzia Sport e Salute spa voluta dal governo gialloverde prima che Salvini si perdesse tra i cocktail del Papeete. Spadafora ha tentato di rafforzare il Dipartimento di Palazzo Chigi per trasformarlo nella “terza gamba” del sistema. Fino allo stop imposto però dai colleghi del Movimento.

I 5 S bocciano la riforma dello Sport per fermare le ambizioni e l'inadeguatezza di Spadafora

Il direttivo dei Cinque Stelle alla Camera ha scelto una lettera come strumento per silurare l’ambizioso Spadafora. Un testo spedito allo stesso titolare dello Sport per chiedere il rinvio della riunione di maggioranza sul decreto attuativo della legge, a causa di una serie di “criticità” contenute in una riforma approvata “con un percorso non condiviso”. Immediata la replica del diretto interessato, inferocito: “Sono pronto a dimettermi”. Soltanto a quel punto sono scattati i tentativi di mediazione da parte dei vertici di un Movimento comunque preoccupato all’idea di perdere ulteriori esponenti in un momento in cui i numeri, in Parlamento, sono diventati pericolosamente risicati.

I 5 S bocciano la riforma dello Sport per fermare le ambizioni e l'inadeguatezza di Spadafora

I parlamentari grillini Valente, Provenza, Tuzi, Mariani e Dessì, gli stessi membri del tavolo Sport che avevano chiesto al direttivo di bloccare l’iter della delega che scade l’8 novembre, hanno tentato di gettare acqua su un fuoco ormai divampato. “Nessuna frattura con Spadafora, ma restano criticità”. Il caso è ormai esploso. Apparentemente legato alla voglia del Movimento di frenare il potere del Coni di Malagò con una riforma diversa da quella pensata dal ministro. In realtà, però, le magagne sono tutte interne ai Cinque Stelle, che si sono accorti con estremo ritardo dell’inadeguatezza di uno dei loro esponenti più in vista.

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