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Grillo torna in campo per blindare Conte. E fermare la minaccia Di Battista

Pubblicato il 16/06/2020 10:30 - Aggiornato il 16/06/2020 10:32

Un nuovo asse per salvare il salvabile, per ancorare il governo squassato da venti di tempesta ed evitare così, in attesa di conoscere come sarà il futuro, di perdere anche quella poltrona che rappresenta il presente. Intorno a questo principio si sta rafforzando la regia del Movimento Cinque Stelle firmata da Beppe Grillo e Luigi Di Maio. Il comico genovese è tornato di colpo in campo, dopo tanti mesi di assenza, per dare il suo contributo. Il ministro degli Esteri gli ha spalancato la porta sorridente. Un’accoppiata nata innanzitutto con l’obiettivo dichiarato di disarmare Alessandro Di Battista.

Grillo torna in campo per blindare Conte. E fermare la minaccia Di Battista

Sono bastate le parole di Di Battista pronunciate in varie interviste nel corso delle ultime settimane, d’altronde, per spaventare il Movimento. Ricordando di colpo, agli esponenti pentastellati, quello che erano e quello che sono diventati, le promesse fatte agli elettori e poi tradite, un dna mutato di colpo per assomigliare in maniera via via più grottesca a quello del Pd. Grillo, forte del suo carisma, si è così affrettato a prendere posizione per blindare il governo Conte e scongiurare possibili crisi, cercando di tenere ben saldo il partito nell’orbita del centrosinistra e oscurare i tentativi di conquista della leadership del pericoloso “Dibba”. Con tanto di annunciata discesa a Roma per tentare di riprendersi un posto al sole, sotto gli occhi di tutti.

Grillo torna in campo per blindare Conte. E fermare la minaccia Di Battista

Come riportato dalla stampa, all’interno del Movimento si discute intanto sullo Statuto, quello che al momento prevede un capo politico (ruolo ricoperto da Vito Crimi) e che potrebbe però essere cambiato per dar vita a una sorta di direttorio, una gestione collegiale per la quale Grillo sarebbe pronto a fare direttamente un passo avanti o sponsorizzare chi come lui crede ancora nel governo. Non solo: resta il nodo di un regolamento che, ahimè, prevede un limite di due mandati diventato di colpo indigesto a molti esponenti pentastellati. E che potrebbe segnare il futuro del partito: tra i big, infatti, solo Di Battista avrebbe ancora la facoltà di avanzare il proprio nome alla prossima tornata elettorale. L’ipotesi che più fa paura a Grillo e Di Maio.

Grillo torna in campo per blindare Conte. E fermare la minaccia Di Battista

Di Battista, ormai è evidente, è sempre più un pesce fuor d’acqua in un Movimento che nel frattempo lo stesso Grillo a orientato verso un nuovo atteggiamento europeista, di subalternità verso quel Partito Democratico che un tempo era il nemico da abbattere e sempre meno rivoluzionario. Un brutto pensiero che ricorda ai Cinque Stelle, di tanto in tanto, cosa dicevano un tempo sui palchi di mezza Italia e come, di contro, si sono ridotti oggi. Meglio disarmarlo definitivamente, anche solo per scacciar via quei ricordi dolorosi dalla testa. Ecco, allora, il senso di questa guerra intestina al partito. Con l’ombra degli Stati Generali invocati e ancora mai convocati, sui quali sarà ancora una volta Grillo a decidere.

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