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Gli incassi d’oro di Amazon ai tempi del coronavirus (senza pagare le tasse e con i corrieri in rivolta)

Pubblicato il 19/03/2020 10:13 - Aggiornato il 19/03/2020 11:21

In questi giorni così difficili, con i negozi chiusi, le serrande abbassate e gli italiani costretti a rimanere in casa con rare eccezioni, c’è un micromondo (neanche tanto micro) che non si ferma. Quello dei corrieri Amazon, che continuano a sfrecciare per le strade delle città italiane per consegnare pacchi ai cittadini rintananti. Beni di prima necessità, strumenti per fare fitness in casa, console e generi tecnologici di ogni tipo, e chi più ne ha più ne metta. Il coronavirus non ha fermato il colosso americano che, anzi, ha visto aumentare il suo già ingente volumi d’affare con l’aggravarsi della crisi.

Gli incassi d'oro di Amazon ai tempi del coronavirus (senza pagare le tasse e con i corrieri in rivolta)

E d’altronde Amazon aveva fatto capire fin da subito di aver fiutato l’affare, annunciando l’assunzione di nuovi magazzinieri e pony express portando il totale del suo personale sparso per il mondo a circa 900 mila unità. La paura per la diffusione del contagio ha d’altronde fatto passare in secondo piano, in queste settimane, le polemiche per le continue accuse di evasione fiscale rivolte all’azienda, abile a sfruttare la permissiva legislazione statunitense e i buchi di quella europea per pagare pochissime tasse al netto degli enormi guadagni. L’aliquota fiscale versata nel 2018, per capirci, era stata dell’11%, molto meno della stragrande maggioranza dei contribuenti.

Gli incassi d'oro di Amazon ai tempi del coronavirus (senza pagare le tasse e con i corrieri in rivolta)

Non a caso i mesi scorsi avevano visto diversi politici americani proporre nuove tassazioni per inchiodare Amazon alle sue responsabilità, un fronte ampio che aveva visto coinvolti politici di ogni schieramento, dalla senatrice Elizabeth Warren all’ex vicepresidente (e possibile futuro candidato alla Casa Bianca) Joe Biden. Nel frattempo, il colosso continua a fare affari, sfruttando un momento in cui le persone sono costrette a vivere chiuse in casa per spingere ancora di più sull’acceleratore. Con i negozi chiusi, d’altronde, a eccezioni di farmacie e supermercati, l’unico modo per mettere le mani su determinati prodotti è proprio quello di ordinare online e aspettare la fatidica citofonata del corriere di turno, mai così impegnato.

Gli incassi d'oro di Amazon ai tempi del coronavirus (senza pagare le tasse e con i corrieri in rivolta)

Oltre all’ormai annosa polemica sul fronte tasse, c’è però un altro problema sorto in questi giorni in casa Amazon: le condizioni dei corrieri. Non solo quelle lavorative, ma anche e soprattutto la mancata tutela della loro salute di fronte al rischio contagio. Tante aziende hanno dovuto adeguarsi in questi giorni per tutelare i propri lavoratori, cosa che non è stata fatta per i corrieri. Che, pure, portano pacchi fin dentro le case della gente e dovrebbero quindi avere in dotazione mascherine e guanti in quantità, da cambiare dopo aver maneggiato merci diverse per non contribuire alla diffusione del coronavirus. Così non è, tanto da far scattare diversi scioperi dei dipendenti (uno degli ultimi nel Piacentino, nell’hub di Castel San Giovanni). Amazon tira avanti, sostenendo di essere in regola con le misure dettate del governo. E intanto, felice, guarda ai numeri che certificano guadagni da far invidia.

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