Sin da subito, la Germania si è schierata al fianco dell’Ucraina, ed è stata tra le più tenaci promotrici dell’invio di armamenti e di un sostegno militare senza precedenti in Europa dal termine del Secondo conflitto mondiale, nonché delle sanzioni verso Mosca, disattendendo la tradizionale politica filorussa tedesca. La stessa Germania è in prima fila nella esercitazione militare più imponente della storia, che si sta svolgendo esattamente sui cieli tedeschi. Ecco perché ha del clamoroso quanto scoperto e rivelato dal settimanale Welt am Sonntag e, non a caso, nel riportare lo scoop, Libero titola sul “Doppio gioco tedesco”: la Germania sarebbe il Paese leader del “commercio ombra con la Russia”. Essendo vietate, per via delle sanzioni europee, le esportazioni verso la Russia, lo schema ne prevede l’aggiramento verso Paesi limitrofi e confinanti, appartenenti all’ex blocco sovietico, come Georgia, Kazakhstan, Kirghizistan, Armenia, Uzbekistan, Armenia, Bielorussia, Tajikistan. Paesi non ostili a Mosca, cui l’industria militare tedesca ha venduto beni per 20,5 miliardi di euro solo tra il marzo e il dicembre 2022, presumibilmente conoscendo la destinazione finale degli armamenti. (Continua a leggere dopo la foto)
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Fonte: Libero
Ecco come la Germania aggira le sanzioni
Analizzando i dati doganali internazionali, gli esperti della Corisk, una società di consulenza aziendale norvegese, contattati dalla Welt, hanno dunque individuato questo escamotage per aggirare le sanzioni e hanno certificato che oltre un quarto delle merci esportate dai Paesi occidentali, per un totale di 8 miliardi, proviene dalla Germania. E parliamo di tecnologia militare. Infatti, verso i compiacenti Paesi dell’ex blocco sovietico sono pervenuti i droni di ultimissima generazione prodotti dalla cinese Dji, che i russi utilizzano al fine di spiare il territorio ucraino e, dunque, individuare gli obiettivi militari. L’inchiesta ha anche rivelato che le vendite verso il Kazakhstan e Armenia da parte dei Paesi occidentali, quindi non solo da parte dell’industria pesante tedesca, sono aumentate in alcuni casi addirittura del 70.000 per cento! (Continua a leggere dopo la foto)
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I timori degli USA
La piattaforma investigativa Occrp (Organized crime and corruption reporting project) condivide le medesime preoccupazioni degli Stati Uniti, che, per voce di Jim O’Brien, coordinatore delle sanzioni alla Russia per il Dipartimento di Stato a stelle e strisce, ha dichiarato: “All’inizio di quest’anno, la Russia è stata in grado di reimportare lacune categorie chiave di prodotti elettronici ai livelli di prima della guerra”, aggiungendo anche la Turchia – che è un Paese membro della Nato – nel novero di coloro che fungono da intermediari con la Russia.
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