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Gas russo: «Non possiamo farne a meno». L’Europa si divide sulle nuove sanzioni

Pubblicato il 04/04/2022 21:14 - Aggiornato il 07/12/2022 17:59

Il Financial Times scrive oggi in merito alle eventuali ulteriori sanzioni da parte dell’Unione Europea verso la Russia di Putin dopo i fatti di Bucha, spiegando che non tutti i Paesi europei sono d’accordo, al contrario, si ammette che non è possibile pensare di interromperne le forniture.
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Europa divisa

“Ulteriori sanzioni alla Russia proposte da alcuni Stati membri” dell’Unione europea “includono misure più individuali, il blocco delle navi russe dai porti dell’Ue, più restrizioni alle esportazioni e embargo sul carbone russo, petrolio o gas, a lungo richieste dall’Ucraina, ma su cui alcune nazioni europee hanno fatto resistenza”. Queste le parole riportate sul famoso quotidiano londinese in merito al pomo della discordia delle sanzioni europee verso Mosca.
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La presa di posizione tedesca

La Germania è tra gli Stati più scettici. Il Ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, ha rilasciato queste dichiarazioni sul tema gas russo: «Vogliamo diventare il prima possibile indipendenti dalle importazioni di energia dalla Russia e la Germania sosterrà ulteriori sanzioni alla Russia, ma al momento non è possibile tagliare le forniture di gas». Appena arrivato all’Eurogruppo ha poi aggiunto che «Dobbiamo fare più pressione su Putin, isolare la Russia e tagliare tutti i rapporti economici ma per arrivare a un embargo abbiamo bisogno di tempo, al momento dobbiamo distinguere tra petrolio, carbone e gas». Una presa di posizione a metà, con un occhio sulle forniture nazionali.
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Anche l’Austria è tra i realisti

Ma la Germania non è il solo Paese a nutrire dei dubbi sulla convenienza di nuove sanzioni. «L’Austria non è a favore di nuove sanzioni contro Mosca legate al gas. Siamo molto dipendenti dal gas russo e penso che tutte le sanzioni che colpiscono noi più di quanto colpiscano la Russia non sarebbero giuste». Il ministro delle Finanze austriaco, Magnus Brunner, arrivando anche lui all’Eurogruppo a Lussemburgo, ha rilasciato dichiarazioni in tal senso. «Quanto sta accadendo in Ucraina è estremamente duro, ma quando si parla di sanzioni bisogna restare freddi e se una sanzione ti danneggia di più dell’altra parte allora non è la direzione giusta», ha poi sottolineato Brunner.
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Ci vorrebbe pragmatismo

Sembra che in Europa qualcuno inizi a rendersi conto di un’evidenza che sembra essere del tutto inesistente per il Governo italiano. Ci vorrebbe un po’ di pragmatismo nel capire come le sanzioni agiscano, pesandone evidentemente le conseguenze. Dal momento in cui sono arrivate le contromosse di Putin sembra chiaro, infatti, come queste sanzioni vadano a colpire più duramente chi le emette rispetto a chi le subisce.

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