Altra importante nota del Garante della Privacy. “I trattamenti di dati personali effettuati in attuazione dell’ordinanza n. 75 del 7 luglio 2021 del Presidente della Regione Sicilia, in assenza di interventi correttivi, possono violare le disposizioni del Regolamento europeo e del Codice privacy”. Lo spiega in una nota il Garante per la protezione dei dati personali, avvertendo dunque la Regione Siciliana e tutti i soggetti coinvolti come le aziende sanitarie provinciali, i datori di lavoro e i medici competenti. Secondo il Garante, l’ordinanza n. 75 del 7 luglio 2021, firmato dal Presidente della Regione Sicilia, prevede che i “trattamenti di dati personali relativi allo stato vaccinale dei dipendenti pubblici e degli enti regionali, determinano limitazioni dei diritti e delle libertà individuali che possono essere introdotte solo da una norma nazionale di rango primario, previo parere dell’Autorità”. (Continua a leggere dopo la foto)

Questa nota del Garante è importante anche alla luce delle recenti dichiarazioni del commissario Figliuolo che, sempre in divisa, ha detto di volere entro il 20 agosto l’elenco di tutti gli italiani non vaccinati. L’ordinanza, firmata dal Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, prevede che tutti i dipendenti a contatto diretto con l’utenza siano “formalmente invitati” a ricevere la vaccinazione e, in assenza di questa, assegnati ad altra mansione. Ma “i trattamenti relativi allo stato vaccinale del personale non previsti dalla legge statale, introducono, di fatto, un requisito per lo svolgimento di determinate mansioni su base regionale, generando una disparità di trattamento rispetto al personale che svolge le medesime mansioni sull’intero territorio nazionale”, spiega la nota. (Continua a leggere dopo la foto)

L’ordinanza prevede, inoltre, trattamenti generalizzati di dati relativi allo stato vaccinale dei dipendenti, anche da parte del medico competente, non conformi alla disciplina in materia di protezione dei dati e alla disciplina in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. Spiega Piermario Boccellato: “Considerata poi la delicatezza delle informazioni trattate e le possibili conseguenze discriminatorie in ambito lavorativo, il coinvolgimento dei datori di lavoro, previsto dall’ordinanza, in assenza di misure tecniche e organizzative può porsi in contrasto con le norme nazionali che vietano ai datori di lavoro di trattare informazioni relative alla salute, alle scelte individuali e alla vita privata dei dipendenti”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Il Garante – prosegue – in considerazione delle gravi violazioni riscontrate, ha dunque ritenuto necessario intervenire tempestivamente per tutelare i diritti e le libertà degli interessati, prima che tali criticità producano i loro effetti, ed ha di conseguenza avvertito la Regione Siciliana e tutti gli altri soggetti pubblici e privati coinvolti, che, in assenza di interventi correttivi, i trattamenti di dati previsti possono violare la normativa privacy”. All’ordinanza siciliana si sono già ribellati anche i sindacati, parlandi di “liste di proscrizione”.
Ti potrebbe interessare anche: La prof contraria al vaccino: “Non accetto l’imposizione, pronti a ricorsi e battaglie legali”